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Waltz im Bashir 27 Gennaio 2009
Sabra e Chatila nel Giorno della "Memoria": cattiva coscienza e meccanismi del Ricordo

Folman rimuove e poi... va a ripescare e rimane senza parole, senza identità, attonito, ma con la memoria e non accetta più che si possa ripetere: insomma l'ultima ruota dell'ingranaggio del consenso si può inceppare per il futuro quando storicizza il passato e non lo rimuove più.
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Skenbart - en film om tag (Delitti: tracce allusive) di Peter Dalle e Oxford Murders di Alex de la Iglesia
Un treno lanciato verso l'Inferno della filosofia novecentesca e la serialità killer come teorema matematico dimostrato falso
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Sweeney Todd di Tim Burton
Diario di un barbiere
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Paranoid Park di Gus Van Sant
Diario di uno skater
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The Prestige
Diari di due prestidigitatori.
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Locarno 60 Vs. Venezia 75
Due videosofie a confronto
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Uno sguardo alla realtà 9 Nostos: quando la letteratura alta permette un affresco storico e una descrizione della attualità: La strada di Levi di Marco Belpoliti e Davide Ferrario
...la il Documentario di creazione: Est europeo: dal 1945 a oggi tra le pieghe di una ricostruzione letteraria emerge una composita realtà.
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Uno sguardo alla realtà 8 («Il passato a volte si supera...»). La seconda puntata del lavoro di Solanas sulla sua terra distrutta dall'Fmi e salvata dalla solidarietà
...la risposta appropriata a chi straparla di liberismo.
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Uno sguardo alla realtà 7 («Il passato a volte torna...»). La lotta armata in Usa: Weather Underground
...la risposta appropriata a chi straparla di missione di pace, intenta ad ammazzare (pardƒn, "annichilire") civili iracheni, ? lo slogan dei Weathermen: "Bringing the war home".
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Uno sguardo alla realtà 6 («Il presente è proteiforme...»). Istant movie in Italia
...solo certi aspetti riescono a trovare spazio: L'alternativa è forse proprio il video di Adonella Marena... In parte, forse, ma non basta... ce ne vogliono molti altri e probabilmente nella rete Videocomunity si produrrà quello che manca... Autoritarismo e totalitarismo nella vicenda della Tav in Val di Susa.
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Uno sguardo alla realtà 5 («Il passato non passa»)
Spagna e Italia hanno permesso alla componente retriva, superstiziosa, bigotta e meschina di sviluppare il fascismo alle sue estreme conseguenze, sviluppando regimi autoritari e totalitari, con i quali non hanno ancora concluso di fare i conti, nonostante la retorica sulla Resistenza che la soffoca in Italia e la spinta innovatrice di Zapatero in Spagna.
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Uno sguardo alla realtà 4 («Il passato non passa»)
Sempre con quell'approccio, che vuole al centro le persone e il loro "ambiente", l'abitare: il Potere è lontano, estraneo e nemico, una entità che non ha nulla a che fare se non opprimere (anche nella figura di Echevarria, presidente messicano de La Revolucion congelada di Gleyzer, ma pure nelle divise dei carabinieri di Banditi a Orgosolo... e negli omini in blu della Val di Susa pavesata dall'irridente e determinato No Tav). [continua...]


Uno sguardo alla realtà 3 («Il passato non passa»)
Guzman si deve inventare gli interlocutori e in ciascuno di loro fa venire fuori l'Allende che c'è in loro e quindi si trova guidato anche lui da un eroe che va dipanando il suo racconto attraverso tanti santini di se stesso, abitando perfettamente quell'inquadratura avvolta dalla nostalgia che uno per uno attanaglia tutti i testimoni/Allende incontrati dal regista: sono altrettanti se stesso per Guzman e contemporaneamente contengono gli aspetti di Allende che lui vorrebbe trovare in un'eventuale intervista impossibile al Presidente.
Agiografia e sguardo verso i propri sogni rivoluzionari attraverso gli idoli di gioventù. [continua...]


Uno sguardo alla realtà 2
Appare immediato cogliere le differenze tra il documentario di Ferdinando "Pino" Solanas e quello di Michael Moore: nel linguaggio, nel tono... soprattutto nella passione "partecipata", che è diversa dalla passione con cui Moore si indigna con Bush jr, si possono scoprire le sottili e immisurabili differenze tra le due culture, quella sudamericana insurgentes da sempre, che da quando non è più cortile di casa sta affrancandosi dalla repressione, a confronto con la punta avanzata degli iperintolleranti Usa.
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Uno sguardo alla realtà
Forse sta proprio in questa situazione di precariato diffuso e non solo lavorativo che si può trovare la ragione della sempre più frequente tendenza ad orientarsi verso il genere documentario. [...] Alla luce, però, delle nostre emergenze umane, delle evoluzioni dello spettatore e, soprattutto, del calo creativo che assilla gli artisti del mondo sviluppato, il genere è stato trasformato, creando sottotipologie espressive: il finto documentario, il docu-fiction, il film documentaristico, il reportage.
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Ladykillers
Un film come Ladykillers, che cannibalizza un genere, esasperando la maniera dei Coen, invoglia a estendere anche alle recensioni questa prassi...
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La Espalda del Mundo
Quello che rende unico questo film è magari il modo di porgere la storia: nel caso di Leyla Zana - come ha dimostrato la sua scarcerazione di pochi giorni fa - il racconto non è così legato al presente, che non è quasi mai evocativo, ma affonda in radici culturali, in altre narrazioni, diversificando gli eventi narrati in uno sviluppo della storia e progredendo verso conclusioni diverse, che possono essere molteplici e possibili riscatti ottenuti grazie alla evoluzione e alla crescita della coscienza.
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Giochi da bambini
Immaginiamo di essere una bambina afghana di dodici anni, un minore pakistano, caliamoci nella realtà infantile delle favelas brasiliane, nei panni di un sedicenne napoletano di Secondigliano, orfano e unica risorsa per la famiglia. E alla stessa età ci trasferiamo in un sobborgo di Glasgow, con un padre disoccupato. Tutti queste parti che abbiamo ricoperto sono accomunate da una condizione unica: l'indigenza, il presupposto dello sfruttamento. Minorile. Questo gioco di società ci rappresenta l'agghiacciante emergenza del child labour e la sua rappresentazione cinematografica.
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Quick ones - Rosenstrasse - Ricordare e raccontare: il vizio della memoriaRosenstrasse - Ricordare e raccontare: il vizio della memoria
Nuto Revelli nella storia di Rosenstrasse avrebbe dato più spazio al registratore che al teatro di posa, che tutto appiattisce e rende innocuo, mentre invece la storia individuale non è mai indolore o pacata narrazione lineare, e ancor meno primo piano con pasticcini; però avrebbe forse apprezzato l'urgenza di far affiorare il ricordo.
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Quick ones - 21 grammi - Alejandro Gonzalez Iñarritu21 grammi: Apologo sul dolore o restituzione di una narrazione fatta a "brani"?
Ora il corpo è solo più involucro, simulacro utile per essere diviso in pezzi e seguire la narrazione o meglio i personaggi dislocati ora in uno spazio/tempo, ora in un altro. Lo era già stato nel remake di Solaris realizzato da Soderbergh, Iñarritu si supera e sostituisce al corpo il racconto.
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Quick ones - Dogville: una Tobacco Road apologo sulla Grazia, o un Berlin Alexanderplatz ridotto a Monopoli?Dogville: una Tobacco Road apologo sulla Grazia, o un Berlin Alexanderplatz ridotto a Monopoli?
Niente di più lontano dai comandamenti del "Dogma", apparentemente. In realtà, niente di più reale dell'umanità che si muove come uno scarafaggio in una scatola, su quel palcoscenico.
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Forever guns
Cosa può portare due liceali a ordinare, come fosse un giocattolo, un fucile semi-automatico via internet, travestirsi da terminator, e, con la massima freddezza, andare a scuola a scaricare le pallottole su studenti e professori, facendo a gara a chi ne ammazza di più, come in un grande videogioco?
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Quick ones - La morte arrivava tutti i giorniLa morte arrivava tutti i giorni
Potentissimo, perché si fonda sul confronto incredibilmente pacato tra vittime e carnefici a distanza di tempo. Pacato, eppure irriconciliato.
E trascina con sé un impatto centuplicato dalle asserzioni che richiamano quelle di Eichmann e le affermazioni di Arendt sulla banalità del male
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L'identità ritrovata: Idrissa Ouédraogo e Cheick DoukouréL'identità ritrovata: Idrissa Ouédraogo e Cheick Doukouré. Il Cineclub L'Incontro di Collegno ha concesso ai propri soci un secondo appuntamento con la cinematografia africana, presente ogni anno nelle scelte di programma in collaborazione con il COE di Milano: a settembre la rassegna "Lontano da Hollywood" e ora "L'identità ritrovata", che viene ad aggiungere nuovi tasselli all'interno di un universo filmico, che fa ancora fatica a emergere e a farsi notare al di fuori dei festival e delle sparute iniziative volute da alcune associazioni culturali.
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La guerra asimmetrica di BuSharonLa guerra asimmetrica di BuSharon. Asimmetrica, non convenzionale, globale, permanente, preventiva,... Gli addetti ai lavori da tempo si sbizzarriscono nell'offrirci le definizioni più originali della Guerra che già sta segnando questo XXI secolo. Ma ogni tentativo si rivela, a mio avviso, parziale perché in realtà "non ci sono parole per descrivere... l'orrore...", come mormora in punto di morte il Kurtz di Conrad/Coppola, definitivamente consapevole di essere stato ad un tempo strumento e vittima della barbarie colonialista.
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Il Pianista - Roman PolanskiIl pianista - Roman Polanski. Cinema vero, cinema che si svela come tale. Nelle inquadrature secche, lunghe e lente sulle prospettive offese di Varsavia; scorci, incroci e attraversamenti; passages, ponti fittizi, passerelle igienizzanti nell'ottica separazionistica dei nazisti, ansiosi di non farsi contaminare. Prospettive (cioè viali o grandi arterie) violate dagli spezzoni incendiari. Ma anche colmate da una finta neve, come polistirolo che sborda e sversa da troppo generosi imballi dei nostri traffici inessenziali.
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La Mort en Exile - Quando la permanenza, da temporanea, si fa eternaLa fiction di La mort en exile si occupa di cosa passa per la mente di Khalil, un palestinese della infinita diaspora prima del 3 marzo 1999, quando all'aeroporto di Zurigo gli veniva strozzato in gola il respiro, un uomo in fuga di un'etnia ormai clandestina ovunque, che subisce apartheid in patria e reclusioni in attesa di espulsione all'estero.
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Pinocchio di Roberto BenigniPoi non capisco perché da me tutti si aspettano qualcosa che non posso fare. Non posso andare a scuola come gli altri (e poi, lo vorrei?); non posso correre come loro, sarò sempre un po' irrigidito. Il fatto è che nei giochi, nelle corse, nelle recite al circo, gli altri sembra che si divertano; per me è una sofferenza, e così anche in mezzo a loro sono sempre come solo.
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Minority Report
di Steven Spielberg. L'uscita dal centro sarà in qualche modo l'uscita dal tunnel dell'incomprensibilità della situazione, in quella fase di Minority Report in cui tutto si complica, perché il film è più esaustivo ed esplicito del racconto di Dick; ma ne paga lo scotto con un certo appesantimento.