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FUTURE FILM FESTIVAL 2003
Bologna, 15-19 gennaio 2003

15 gennaio - 16 gennaio - 17 gennaio - 18 gennaio - 19 gennaio

Quinta giornata, 19 gennaio 2003

Incontro con Chris Peterson della Disney

Questa ultima giornata del Future Film Festival è stata all'insegna dei personaggi Disney. Forse un buon modo di chiudere un festival interessato in particolare all'animazione, visto che almeno qui in Occidente i personaggi della Disney sono tra i primi che abbiamo incontrato quando ci siamo affacciati, da piccoli, al mondo della animazione.
Prima dell'incontro pomeridiano con Peterson mi sono imbattuta quasi per caso, visto che la conferenza alla quale avevo deciso di assistere era stata spostata, nel sequel de La carica dei 101. Rarissima occasione peraltro per vederlo in pellicola, dal momento che trattasi di uno di quei prodotti destinati al mercato home video.
Il film è abbastanza piacevole, ma quello che colpisce è come le nuove tecniche siano state impiegate per imitare il più possibile il tratto e lo stile del famosissimo e amatissimo predecessore. A differenza delle ultime creazioni Disney, infatti, il digitale qui fa ben poca mostra di sé, e lo si intuisce forse solo nella accuratezza degli sfondi londinesi.
L'incontro pomeridiano è invece incentrato sulle attrazioni tridimensionali dei parchi tematici, in particolare ci viene mostrato tutto il lavoro che c'è dietro Magic Lamp, attrazione in 3D presente nel parco di Tokyo, di recentissima apertura.

alladin

Il protagonista di Magic Lamp è ovviamente il genio di Aladino, creato a partire dal personaggio bidimensionale. Peterson ci mostra il filmato dello spettacolo, molto bello (soprattutto quello su pellicola, si percepisce già da qui la tridimensionalità), che unisce alla rappresentazione tridimensionale uno spettacolo con attori in carne ed ossa che si svolge sul palco in tempo reale.
Poi ci vengono illustrate le varie tecniche che sono alla base del "trucco tridimensionale". Si tratta dell'applicazioni di leggi fisiche sfruttate per posizionare i proiettori nei punti migliori per creare l'effetto, i cosidetti "punti di convergenza". Lo studio che c'è alla base è molto accurato, è stato addirittura ricostruito uno schema digitale del teatro che ospita lo spettacolo. Lo studio è utile anche per far capire dove è meglio far sedere il pubblico. Terminato il lavoro al computer è stato costruito un set reale rispettando le dimensioni che avrebbe avuto il teatro del Disneyland di Tokyo e sono state fatte anche prove per integrare l'immagine tridimensionale con la performance degli attori.
Tornando al personaggio, Peterson ci spiega che è stato lo stesso disegnatore-creatore del genio a fargli da consulente, affinché anche il personaggio 3D mantenesse la fluidità e la naturalezza che sono proprie del personaggio bidimensionale. Un punto che abbiamo notato funzionare molto bene nell'ambiente tridimensionale sono le varie trasformazioni del genio, che riescono a mantenere il tipico aspetto cartoonistico.
Peterson termina l'incontro mostrandoci i progetti, compiuti o in fieri, su altri personaggi Disney in 3D.

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