2. Il travet alla fine gesticola, consapevole che la sua "logica" non ha fatto breccia: secondo la sua follia egli era come un Travet del trasporto, partecipava, ma era privato di responsabilità perché riceveva ordini. In gioco erano valori costitutivi: insomma un idealista. Arriva a dire che egli si sente umanamente responsabile perché era un ingranaggio del sistema di sterminio, non può negare di essere stato a conoscenza, ma si sente liberato dalla responsabilità. Insomma "Io non vuol dire Io", come dice il giudice.
Eichmann conferma l'orrore di far organizzare lo sterminio alle vittime stesse e confessa propositi di suicidio nel caso fosse stato assegnato allo sterminio diretto, vorrebbe fare un libro per evitare il ripetersi di atti tanto mostruosi, però non si sente responsabile perché erano ordini e aveva fatto un giuramento (rumore di treno lo condanna, unico elemento esterno al Kammerspiel).