Allora non è per caso che la retata del Vél d'Hiv si effettuò nel luglio del 1942? Se si dovesse indicare il mese più terribile di tutta la guerra la scelta ricadrebbe senza alcun dubbio sul luglio del 1942. Quasi contemporaneamente alla grande retata del Vél d'Hiv, le SS organizzarono la grande deportazione degli ebrei di Varsavia. Cercarono di ottenere la collaborazione di Adam Czerniaków, capo dello Judenrat, il quale, come tanti altri, teneva un diario, annotando ogni giorno in piccoli taccuini ciò che accadeva nel ghetto. Ecco quanto scrive il 22 luglio del 1942: «Alle 10 sono venuti lo Sturmbannfürher Hofle e compagnia. Abbiamo staccato i telefoni. Portato via i bambini dal giardino attiguo. ci hanno comunicato che - con alcune eccezioni - gli ebrei senza distinzione di sesso e di età saranno deportati all'est. Oggi entro le 4 del pomeriggio, dovranno essere consegnate 6000 persone. E sarà (almeno) così tutti i giorni». L'indomani Czerniaków si suicida: ha capito che quel che i tedeschi chiamano «il reinsediamento a est» equivale in realtà alla morte. Lascia due righe alla moglie: «Mi ordinano di uccidere con le stesse mani i figli del mio popolo». La deportazione viene fatta dunque senza il capo dello Judenrat. Anche senza Czerniaków, il ghetto si svuota a un ritmo che oscilla tra i 5000 e i 7000 deportati al giorno. A ridosso del quartiere ebraico viene costruita una stazione da cui partono treni diretti al centro di sterminio di Treblinka, a centoventi chilometri da Varsavia. I convogli che con lo stesso carico umano partono dalla Francia, dai Paesi Bassi o dal Belgio, si dirigono invece ad Auschwitz. La deportazione degli ebrei di Varsavia durò sette settimane. anche in questo caso non possediamo cifre esatte, ma si ritiene che siano fra i 265 000 e i 310 000 gli ebrei di Varsavia finiti nelle camere a gas non appena arrivati a Teblinka. |