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Locarno Film Festival 2009
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Pianista mancato o accordatore virtuoso?

Volete andare al festival di Locarno?

Siete ancora in tempo... finirà a ferragosto! Un consiglio soltanto... occhio al portafogli e alle sistemazioni dell’ultimo minuto, meglio prenotare in tempo. 
E’ un’edizione interessante quella di quest’anno se domenica in un solo giorno di proiezioni munita del mio pass e priva di catalogo ho battezzato un po’ alla cieca la sezione Critic’s week e sono subito incappata in un’ottimo film di produzione Astriaco Tedesca. 

Pianomania - Auf der suche nach dem perfekten klang

Presente in sala uno dei due giovani registi, camicia bianca fuori dal pantalone capello un po’ scarmigliato ma con stile, biondo, molto austricao ed emozionatissimo rimanda a dopo la visione ogni commento sul film e augura buona visione.
Il titolo: “Pianomania - Auf der suche nach dem perfekten klang” che più o meno vuol dire Pianomania alla ricerca del suono pefetto. 
Chi introduce in tedesco stretto traduce per fortuna all’ultimo in inglese ma solo metà di quello che aveva detto prima e conferma la mia ipotesi: il film parla di un accordatore di pianoforti, per 93 minuti filati. 
Novantatre’ minuti di accordature di pianoforte? Subodoro una noia mortale e già mi pento di non aver scelto i Manga Impact; prendo coscienza del mio posto centralissimo nella fila di mezzo che mi vede tra un donnone austriaco dalla risata facile e due ragazzi carichi di zainetti, pardi di peluches e altri improbabili gadgets maculati intenti ciascuno per proprio conto a  mandare messaggi al cellulare.
Le luci si spengono dopo l’applauso.

Un paio di minuti e capisco che si tratta di un documentario. Racconta la storia di Stephan Knupfer, un appassionato di musica che è diventato accordatore di pianoforti.
Trova il modo, Stephan, di mantenere una forte passione per quel lavoro e poi anche di vivere sorridendo... strano perchè il suo mestiere come tanti altri sembra a prima vista un po’ banale, o meglio un lavoro semplice, che impari una volta per tutte e poi ripeti e ripeti: è fatto di gesti  concreti, prevede una certa manualità da artigiano si fa con il legno, la colla, il cacciavite. Lo vediamo levigare,  girare chiavi, tendere corde fare resistenza con uno strumento metallico e con le mani al tiraggio delle stesse. 
Prima di entrare nel film comincio a fare paragoni a lascio che le immagini mi evochino ricordi.
Penso alla banalità del lavoro in generale, alla banalità del mio lavoro rispetto all’ambizione artistica che lo accompagna. Mi sorprendo a fare un respiro più profondo mentre sullo schermo campeggia grandissimo (sono in terza fila) il pianoforte, strumento di per sè ingombrante, pesante e per natura stanziale. 
Viene trasportato da un luogo all’altro, sale gigantesche scale di splendidi teatri antichi a Vienna, Stephan  supervisiona le operazioni, ha organizzato il trasporto con una squadra di scaricatori professionisti che ricordano un po’ le imprese di Maciste, usano corde e specie di gru, fanno leva tirano e spingono agilmente con braccia muscolose sulla cassa armonica. 
Lo strumento va trasportato nella sede del concerto. Scopro che i pianoforti hanno un numero a più cifre e vengono chiamati con quel numero lì: il 719, il 314 etc. esistono luoghi in cui ci sono tanti pianoforti a coda in fila (e  io che a malapena ne ho visto uno dal vivo), tutti a coda e ciascuno con il proprio numero. Stephan sceglie lo strumento, lo propone al committente e ascolta attentamente le richieste tutte anche quelle a prima vista capricciose del musicista di turno: sfilano nomi e volti notissimi nell’ambito della musica classica Lang Lang, Pierre Laurent Aimard etc.

Note impalpabili e leggere, fatte di onde e di colore, di timbro e di altezza escono fuori dalla cassa armonica che Stephan è pagato per accordare.
Stephan è sì un tecnico del suono ma è uno dei migliori in circolazione perchè fa con orgoglio il proprio mestiere con la consapevolezza di contribuire in piccola parte alla riuscita dello spettacolo. Inoltre il documentario sottolinea l’ intesa naturale e insolita per un tecnico (penso alla difficoltà di comunicazione spesso con i nostri tecnici e mi viene da sorridere) con il committente con cui scambia parole non comuni facendo uso dove occorre di messaggi gestuali per mimare con le mani il suono; il genio ossessivo di Stephan per la perfezione del suono è condiviso con gli artisti. Io penso nel buio della sala, mentre scorrono i titoli di coda, che Stephan meritava questo applauso e un po’ anche il regista che ha cercato nella perfezione dell’immagine parte della bellezza di questa storia.

I 93 minuti sono passati in un attimo, mi faccio strada tra la folla e corro in altra sala avida di vedere altro e altro ancora... vedo i corti di Osamu Tezuka e quando sono fuori scopro che è ancora giorno, il sole mi dà fastidio agli occhi, domani sarà finita devo riuscire a vedere qualcosa in più, scelgo Yoshiyuki Tomino.
Mi piace quasi tutto quello che vedo... questa volta all’uscita non è più giorno è buio e piove addirittura.

Non ci sono altre proiezioni ma con il pass ho diritto a passare in piazza Grande dove durante la proiezione del film della sra transennano per chi non possiede il pass, danno Les derniers jours du monde di Arnaud Laurrieu e Jean-Marie Larrieu. Sbircio tra la folla che ha resistito alla pioggia, sullo schermo grandissimo compare una donna grandissima vestita di rosso, è sul palcoscenico di un teatro c’è della musica molto alta... Devo andare devo andare via... mentre salgo sulla strada che porta alla stamberga in cui alloggiamo con la mia famiglia sento ancora i suoni della piazza un po’ più lontani. L’indomani cioè ieri, prima di tornare in Italia  sarà la volta di Pòkemon Diamond & pearl the movie dove andrò con la mia bimba a cui vorrei trasmettere almeno un po’ della mia passione per questa vita da festival, una sala via l’altra, dopo l’ultima  proiezione la fotografo insieme a Pichatchu! Terrò la foto insieme a quella del suo primo giorno di scuola e del suo primo dentino...

Pianomania - Auf der suche nach dem perfekten klang
Dir.: Robert Cibis, Lilian Franck - AUSTRIA/GERMANY
2009 - 35 mm - Color - 93’ 

Sonia Del Secco


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