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A dimostrazione che l'animazione non significa solo grandi case di produzione e grandi colossi come la Pixar Animation, il FFF 2004 dedica una ampia retrospettiva all'indipendente americano Bill Plympton, che incontriamo in uno dei primi pomeriggi nella sala 1 del Capitol Multisala a Bologna.
Plympton ci racconta come abbia iniziato a disegnare fin da giovanissimo per arrivare ai primi cortometraggi dopo gli studi e al primo lungometraggio completamente autoprodotto ed autorealizzato (oltre 30.000 disegni in circa tre anni) nel 1992, The Tune. Il progetto iniziale era quello di realizzare un musical di animazione, e dopo aver creato personaggi e sitauzioni ed aver scritto la sceneggiatura Plympton si era mosso per cercare i finanziamenti, con risultati molto deludenti. Il film ebbe anche uno scarso successo di pubblico perché fu distribuito male, i fondi erano pochi, ma già con il secondo, I married a strage person, le cose migliorarono. Attualmente Plympton continua a autoprodurre le sue opere grazie anche a quanto riesce ad incassare, oggi, coi suoi primi cortometraggi, che han trovato la via del successo attraverso diversi canali di distribuzione (internet, dvd, etc) e altri paesi.
Plympton ama avere il controllo totale sulla sua opera, e questo è possibile solo producendo da solo i suoi lavori.

Dopo questa introduzione al suo lavoro Plympton ci parla del suo ultimo progetto, Hair High, di cui ci mostra i personaggi disegnandoceli davanti agli occhi e spiegando per ognuno di essi le caratteristiche salienti. Capiamo da subito che il tratto di questo talentuoso ed eclettico disegnatore è assai personale e connotante: i suoi personaggi pur essendo molto stilizzati sono perfettamente riconoscibili, caratterizzati da uno o due particolari chiave che li differenziano in modo immediato dagli altri. L'ambientazione di Hair High è il liceo americano, e i protagonisti i ragazzi che lo frequentano. Notiamo da subito come il leit-motiv del film siano le capigliature e come ogni personaggio abbia una sua acconciatura che lo contraddistingue: Rod per esempio, il cattivo, è molto stilizzato, non ha bocca e gli occhi sono appena un tratto di matita, ma il ciuffo che ha in testa è unico e lo rende diverso da tutti gli altri.

Per promuovere questo suo ultimo lavoro Plympton si è avvalso delle nuove tecnologie, installando una webcam nello studio dove disegnava e mettendo quindi su internet i suoi bozzetti in tempo praticamente reale. Su internet troviamo anche le biografie dei personaggi del film.

Da un punto di vista più strettamente contenutistico si può dire che le storie raccontate da Plympton siano assai spesso una satira sociale molto forte della cosidetta middle class americana. Ma ne parleremo più in dettaglio con i suoi film.

C'è un'altra bella retrospettiva dedicata quest'anno dal FFF ad un regista, ed è quella di Tsui Hark. Ad aprirla, Eddie Wong, curatore degli effetti speciali di molti dei lungometraggi del grande cineasta di Hong Kong.
Eddie Wong ci mostra diverse cose su cui ha lavorato, anche in ambito pubblicitario, come uno spot realizzato per MTV dove le figure umane ritratte sono state realizzate completamente in digitale, e l'impresa non è stata delle più semplici soprattutto per quanto riguardava l'animazione facciale. Poi vediamo i bozzetti e la lavorazione di un film dove uno dei personaggi principali era appunto un personaggio di sintesi, Master Q 2001, tratto da un fumetto. la difficoltà era sia nel mantenere l'atmosfera del fumetto sia far interagire il personaggio digitale con gli attori in carne ed ossa.

Poi finalmente vediamo delle lunghe sequenze tratte dalla lavorazione di uno dei film più genuinamente spettacolari di Tsui Hark (che purtroppo non è stato inserito nella retrospettiva), Legend of Zu. Wong ci mostra e ci spiega tutta la lavorazione attorno alle armi, alle ambientazioni, agli effetti che accompagnavano gli attori. Il materiale mostratoci è davvero interessante, anche perché anche in questo caso, come nel caso di Plympton, ci allontaniamo dall'ambito puramente mainstream della grandi case americane.

E tuttavia, nella migliore tradizione del FFF, queste non possono davvero mancare. Ecco così che a rappresentare la Pixar Animation e ad incontrare il pubblico del festival troviamo Ralph Eggelston, production designer di Finding Nemo e già nel gruppo di realizzazione del corto For The Birds (Pennuti spennati) presentato qualche anno fa in anteprima proprio qui al FFF.
Il materiale presentato da Eggelston è molto e di notevole valore, e va dalle pantomime dei registi che realizzano quasi una sorta di sinossi animata del film, ai bozzetti di alcuni personaggi con tutte le loro espressioni facciali e non (character design) e degli ambienti che - pur dopo avere i realizzatori passato mesi ad esplorare fondali marini di tutti i tipi - non sono mai completamente realistici ma vengono adattati al design dei personaggi.

Il personaggio alla fin fine rimane al centro del processo creativo, ed è piuttosto il computer a piegarsi ad esso che non il viceversa. Ce ne rendiamo conto soprattutto quando incontriamo Stefan Marjoram della Aardman Animation, la casa di creazione di Wallace&Gromit, "quelli della plastilina", per intenderci. Stefan Marjoram ci porta a far vedere una serie di cortometraggi realizzati per la BBC dalla Aardman con personaggi creati interamente al computer, ma in perfetto stile Aardman. Forse non li avran potuti modellare con le mani, ma questi pupazzottini rossi tutta bocca e denti sembrano proprio emergere dalla cara vecchia plastilina...

 

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