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FUTURE FILM FESTIVAL 2002
Bologna, 16-20 gennaio 2002

16 gennaio - 17 gennaio - 18 gennaio - 19 gennaio - 20 gennaio

Quinta giornata, 20 gennaio 2002

Incontro con Antoine Simkine, della DUBOI

Simkine comincia l'incontro (purtroppo reso più breve per via della riprogrammazione che gli organizzatori del festival han dovuto imporre a causa dell'incidente della prima giornata che ha reso inagibili i locali delle Scuderie Bentivoglio) parlandoci della Duboi, di come sia operativa da oltre dieci anni, abbia all'attivo centinaia di film ed abbia incontrato Jean Jeunet sin dal suo primo film, Delicatessen. Ci parla brevemente anche di altri film alla cui realizzazione degli effetti speciali la Duboi ha partecipato, tra cui Il patto dei lupi, The man who cried, Il trionfo dell'amore, girato in super sedici ma elaborato in digitale in modo da gonfiare il fotogramma, cosa che si faceva anche prima usando il sistema ottico, ma senza ottenere, neanche lontanamente, i risultati che consente di ottenere il digitale.

Dopo questa breve introduzione Simkine ci mostra un filmato che illustra la maggior marte dei trucchi "visibili" impiegati all'interno del film, come la scena del coccodrillone o quella del maialino-lampada da comodino che spegne la luce la sera, ma ci spiega da subito che la maggior parte del lavoro è stato fatto sui trucchi "invisibili", quelli peraltro decisamente più interessanti. Una delle tecniche più impiegate nel film è l'etallonage, o calibratura, che consiste nel calibrare i colori lavorando direttamente sul negativo. E prima di darcene una dimostrazione pratica ci mostra quante e quali apparecchiature vengano impiegate negli studi della Duboi (o meglio, del dipartimento Duboicolor, nato proprio per occuparsi della digitalizzazione del colore delle immagini), da scanner ultrasofisticati ad hard disk molto capienti, capaci di contenere film interi, a colorizzatori, videoproiettori digitali, laser che servono per trasferire le immagini sul 35mm.

Dopo questa panoramica sui macchinari Simkine ci mostra diverse scene del film facendocene vedere prima il girato originale, poi quello trattato in digitale intervenendo su luce e colore, rendendo quindi il tutto più luminoso e dai colori più decisi. La differenza risulta parecchio evidente soprattutto sulle scene in esterno, ma anche quelle in interno acquistano un fascino particolare, trattate con filtri colorati che le rendono più luminose (come nell'immagine sottostante, dove si nota l'uso del giallo che rende l'ambiente decisamente molto caldo). C'è anche una scena dove si passa dal colore al bianco e nero in modo molto armonioso e contiguo: Simkine ci mostra la scena "colorata" e poi ci fa vedere il lavoro svolto per decolorizzarla. L'effetto è di un bianco e nero bluastro molto gradevole.

Simkine ci racconta poi del rapporto con Jeunet, regista molto creativo che interviene costantemente nel processo di lavorazione del film, e che spesso e volentieri sa dare anche le idee migliori su come intervenire per migliorare una sequenza.


Federica Arnolfo