Bodei dice che si è superato il bisogno di imporre la presenza di Dio per immaginare un'interpretazione del mondo.
E Makhmalbaf affina il suo realismo al punto da renderlo un poetico surrealismo, utile per sostituire Dio nel riconoscimento del Bello, per rappresentarlo simbolicamente con un equilibrio che non proviene più dalla simmetria del creato, da cui invece giungono disturbi apparentemente caotici, ma dalla grazia dell'individuo in osmosi con il mondo; uno stato conseguito seguendo tracce significative solo per il singolo, che così viene messo in condizione di dare un ordine alla percezione. Di crearsi una weltanschauung personale.

La realtà che noi accettiamo è un'estensione del nostro punto di vista rispetto a ciò che ci sta intorno piuttosto che il semplice riflesso della realtà sulla nostra mente e sulla nostra visione delle cose. «Prova a spingerti fino al punto in cui la gloria e la bellezza siano nei tuoi occhi e non in ciò che vedi!», diceva Shari'ati citando André Gide. Allo stesso modo, anche Eqbal ha detto: «Impara un altro modo di guardare, impara un altro modo di ascoltare». E io aggiungo che se non ti sforzi e non impari, in ogni caso gloria e bellezza, oppure bruttezza e meschinità, risiederanno nel tuo punto di vista piuttosto che in ciò che vedi

(M.Makhmalbaf, Lindau, 1996, p.76)


Il Silenzio

Ricreazione di un mondo


Divincolarsi da ogni legame


Eventi traumatici