L'intero film si configura come la formazione di una costruzione metafisica personalissima, che ha il suo apogeo nel cono di luce che illumina la scena nel momento in cui la Quinta di Beethoven fornisce la chiave attorno alla quale organizzare il suo nuovo mondo. Dunque, nonostante la pacificazione di toni e colori, scale sonore e cromatiche da contemplare, il fondamento del sistema in equilibrio nasce da eventi traumatici e poco rassicuranti, quali la perdita della casa, del lavoro e degli affetti. E non potrebbe essere che così, perché nel superamento di un inganno si trova la configurazione del sistema, che permette al ronzio dell'ape di armonizzarsi con gli altri suoni; ed in assenza del non più indispensabile intervento divino, si deve conseguire la conquista attraverso una dolorsa crescita.
Probabilmente la presenza massiccia di ruote e brocche nel momento di maggiore disagio (quando il maestro ha chiuso la bottega per cercare un altro apprendista) serve per richiamare la perfezione di un sistema circolare, che contiene in sé i propri elementi, ciascuno equidistante e funzionale all'insieme composto: l'esempio dunque è presente in natura e a portata di mano.

Dio

"le cose pessime e sgradevoli possono sortire un effetto positivo, in quanto fanno fiorire dentro di te qualcosa di buono e creativo"

(M.Makhmalbaf, Lindau, 1996, p.85)


Dio non è più indispensabile

Ricreazione di un mondo


Divincolarsi da ogni legame


Il Silenzio