Poiché il regista è convinto che di solito ci mettiamo d'accordo con noi stessi riguardo alla percezione del mondo esterno alla nostra mente, per proporci una realtà non selezionata attira la nostra attenzione sull'idea che le persone attorno a Korschid hanno del suo travaglio: viene considerato distrazione, mentre egli invece è turbato dalla impossibilità di far coincidere i pezzi (i frammenti di specchio) della sua ¨visione¨ del mondo a causa di quell'elemento di disturbo, che rovina l'armonia, ma che non è motivo di distrazione, quanto segnale di contaminazione.

Un film su un cieco, fatto di rumori, ma soprattutto di colori potrebbe sembrare una contraddizione, ma quanto i colori ci affascinano, distraendoci, altrettanto i suoni, per noi soffocati dal tripudio di cromatismi, sono spaesanti per il ragazzino cieco: dunque siamo tutti nella stessa condizione di doverci impegnare a regolare il flusso delle nostre percezioni

La sequenza del mercato è dunque centrale, perché lì si ascolta la canzone, il cui messaggio viene confermato; la traccia sonora di quelle note "rapisce" Korschid, consapevole dell'importanza dell'arcano che nascondono. Intanto la sua accompagnatrice è compendio armonioso dei colori proposti dal mercato - un caleidoscopio inebriante - lo ritrova chiudendo gli occhi. Una prima indicazione del metodo, già proposto alle ragazze sul bus.

¨Il destino sono io¨
¨Bisogna lasciare la dimora e i parenti¨
Sono due delle strofe della canzone profetica

Dio non è più indispensabile

Il Silenzio


Divincolarsi da ogni legame


Eventi traumatici