La danza esalta l'attimo: cogliendolo nelle movenze aggraziate la ragazza è chiamata a duplicare lo stesso percorso di Korschid. lei accorda i colori, come lui deve armonizzare gli strumenti: tutti i movimenti devono essere aggraziati e fondersi opportunamente, metafora dell'equilibrio interiore ricercato. Lei, con le sue lievi oscillazioni del capo e l'affilatura delle sue dita, rese più affusolate dalla laccatura ottenuta con i petali, fonde i colori, accorgendosi delle stonature, come il bambino capta la presenza del disturbo dell'ape, anche da noi avvertita per il pregevole lavoro del regista sull'opportuno inserimento del sonoro.

Al calderone grande si riserva un colpo, alternato ai tre inferti su quello piccolo": è la traduzione per i calderai della apertura del movimento beethoveniano, che introduce quell'effervescente istante di sospensione in cui si concentrano tutta l'energia, le aspettative, le concezioni del mondo, le possibili prospettive: una ridda di risultati derivanti dalla sensibilità sollecitata dai suoni (e dai colori) di tutto il film, che a partire dalle note di Beethoven trovano nella quotidianità forma sublime per organizzare l'informe caos che li aveva caratterizzati. Però la soluzione era concentrata in quell'istante durante la cui statica attesa aleggia la melodia che ordina il mondo; ma non è una soluzione teistica, perché non ha pretese di universalità: è il suo percorso per la sua piccola porzione di verità. Infatti il film gode dei colori e dei bellissimi visi delle donne, che l'integralismo nega in Iran: un segnale di Makhmalbaf di volersi affrancare da ogni pastoia mistica (l'incontro con i musici - la propria verità - avviene in seguito al cambio di strada per evitare il soldato che arresta le ragazze non velate); qui c'è solo adesione e osmosi panica con la natura, i colori e le vibrazioni del cosmo, racchiuse in un istante di repentina rivelazione.

L'istante è la composizione del caos, preparata dalla sequenza del direttore, che gli suggerisce il metodo per raggiungere la consapevolezza, ma al momento dell'incontro era ancora a metà tra lo smarrimento di procedere a tentoni e l'ispirazione che lo spinge a riappropriarsi di quella sicurezza che all'inizio gli dava la capacità di riconoscere la bontà degli oggetti.
¨Di ciò che è passato non fare parola alcuna, di ciò che dovrà venire non fare domanda alcuna. Dell'istante approfitta, la vita non sprecare mai¨.
E le ragazze perdono l'istante per scendere dal bus, seguendo il consiglio di vedere con gli occhi chiusi il significato di questo precetto per memorizzarlo: di nuovo un istante di sospensione che consentirebbe di spalancare modi diversi di imparare, di recepire concetti e fenomeni.


"Ognuno ha un proprio mondo individuale e questo mondo interferisce con quello a lui esterno, che egli osserva; e anche se uno pensa di aver osservato la realtà in un modo nuovo, la sua osservazione non è che la ri-creazione di un mondo che non c'è e che vorremmo ci fosse"

(M.Makhmalbaf, Lindau, 1996, p.76)


Dio non è più indispensabile

Ricreazione di un mondo


Divincolarsi da ogni legame


Eventi traumatici