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Thomas est amoreux Anno: 2000 Regista: Pierre-Paul Renders; Autore Recensione: Guido Di Lorenzo Provenienza: Francia; Data inserimento nel database: 17-09-2000
Thomas est amoreux
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Thomas est amoreux
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Regia: Pierre-Paul Renders Sceneggiatura: Philippe Blasband Fotografia: Virgine Saint Martin Scenografia: Pierre Gerbaux Montaggio: Ewin Ryckart Musica: Igor Sterpin Costumi: Anne Fournier Interpreti: Benoît Verhaert (Thomas), Magali Pinglaut (Mélodie), Aylin Yay (Eva), Micheline Hardy (Nathalie/la madre), Alexandre von Silvers (l'assicuratore), Frédéric Topart (lo psicologo), Serge Lariviére (il tecnico)
Produttore: Diane Elbaum per Entre Chien & Loup e Iba Productions, RTFB Distributore: KeyFilms
Francia, Belgio, 2000
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Visto a Venezia
2000
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Secondo il regista Pierre-Paul Renders,
Thomas “è un film che non parla di quello
che ci potrà accadere domani, ma di quello che ci sta accadendo oggi”,
un’opera che mette il dito sul nervo vivo “dell’abbandono
dei contatti umani in una società dominata dalla comunicazione”. Thomas è
dedicato a tutti quelli che sono perennemente con l’orecchio appiccicato ad un
telefonino o davanti ad uno schermo a parlare con qualcuno-nessuno.
Thomas l’agorafobico che da anni non
mette piede fuori di casa, è un trentaduenne che comunica attraverso la rete.
Non è mai visibile, se non in una fugace apparizione finale, ma viviamo la sua
storia attraverso una soggettiva interminabile e la sua voce fuori campo. Il
mondo di Thomas è in quel video che prende tutto il suo (ed il nostro) campo
visivo e in tutti i personaggi che lo popolano, vivi, forse altrettanto soli da
qualche parte nel mondo, ridotti ad elettronici fantasmi con cui è così comodo
non confrontarsi realmente.
All’origine delle ossessioni di Thomas
c’è una madre invadente ed appiccicosa che non perde occasione di connettersi
al computer del figlio tormentandolo con consigli non richiesti e, come ogni
madre di un unico figlio maschio, pretendendo di gestirne la vita. Salvo capire
immediatamente, con sensibilità tutta materna, quando è il momento di
arrendersi, comprendendo, se pur lontana, che un’altra donna ha reciso
definitivamente il cordone ombelicale.
Ma non è solo la madre a pensare “troppo” per Thomas. Un’assicurazione sovrintende
alla sua vita, fornendogli tutto quello di cui ha “bisogno”, senza che lui si debba muovere dalla sua postazione o
staccarsi dal mouse. I personaggi di Orwell erano spiati da un potere politico impiccione e oppressivo,
l’eroe di Renders è prigioniero quasi volontario degli interessi di questa
onnipresente compagnia assicurativa che risolve tutti i suoi problemi
attraverso consulenze legali di vario genere, e che gli fornisce uno
psicologo-controllore e persino la tessera di un club per appuntamenti
telematici con professioniste predisposte ai rapporti con le persone che hanno
problemi mentali.
Il mouse, per Thomas, è quasi un oggetto di manipolazione
per masturbazione elettronica, quando fa l’amore con la sensualissima Clara,
una tridimensionale pin-up virtuale, o quando seleziona le ragazze offerte dal
club. Sarà una di loro, una che non si assoggetta alle rigide regole a cui
dovrebbe attenersi, a sconvolgere la sicura quotidianità delle stanze
domestiche in cui, lui, ha cercato una protezione impossibile.
Thomas
est amoreux,
Thomas è innamorato: basterà per fargli vincere tutte le paure e soddisfare le
pretese di lei per un contatto fisico che ponga fine al suo isolamento?
Pierre-Paul Renders è già stato a
Venezia nel 1992 con l’episodio “La tendresse”
dei “Sept péchés capitaux”. Con “Thomas est amoreux”, Renders passa dal
cortometraggio video e dal documentario, al suo primo lungo, descrivendo con
l’arma dell’ironia e della satira un mondo appena un po’ esagerato. Il regista
centra, con un solo colpo al cuore, più di uno dei tanti mali che affliggono
l’oggi dell’uomo, dalla solitudine nel villaggio globale alla mania sempre più
diffusa di affidare la propria vita alle assicurazioni o agli analisti. Solo
l’amore, in definitiva, quel sentimento vecchio come il mondo, suggerisce
Renders, può dare ancora vere emozioni e sconvolgere questo nostro “mondo perfetto”
Thomas
est amoreux,
Singolare il modo con cui il regista ha
ripreso gli attori: per rendere più reale la situazione, ognuno era realmente
isolato in ambienti diversi e come i personaggi interpretati comunicava coi
propri interlocutori tramite monitor.
Da visitare, infine, il sito del film, www.thomasestamoreux.com,
immedesimandosi in Thomas, è possibile interagire e parlare con le
protagoniste, nonché ammirare alcune sequenze inedite non presenti nel film.
(Cinecircolo L'incontro di Collegno)
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