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Vivre au paradis - Vivere in paradiso Anno: 1998 Regista: Bourlem Guerdjou; Autore Recensione: Sergio Mangano Provenienza: France; Belgium; Norway; Data inserimento nel database: 20-01-2001
Vivere in paradiso
Vivre au paradis - Vivere in paradiso
Regia: Bourlem Guerdjou
Sceneggiatura: Bourlem Guerdjou, Olivier Lorelle, Olivier Douyère dal romanzo
Vivre au paradis, d'une oasis à une bidonville di Brahim Benaïcha
Fotografia: George Lechaptois
Montaggio: Sandrine Deegen
Musica: Boodjie Guerdjou, Hakim Guerdjou
Suono: Hecmi Joulak
Interpreti: Roschdy Zem, Fadila Belkebla, Omar Bekhaled, Hiam Abbass, Farida
Rahouadj, Ramzi Brari, Mustapha Adouani, Sabrina Jellassi, Pierre Berriau
Produzione: 3B Productions, Le Studio Canal +, Arte France Cinéma (France),
Alain Berliner WFE (Belgium), Biorn Eivind Aarskog Exposed Films (Norway)
Distribuzione: Flach Pyramide International 5, rue Richepanse, 75008 Paris tel
0033 01 42960220 fax 0033 01 40200551
Origine: France, Belgium, Norway, 1998, 35 mm, col., 105 min.
Visto al Cinemamed. Il Cinema dei Paesi Arabo Mediterranei. Palermo 11-18
gennaio 2001
Retrospettiva:Panorama Lungometraggi 1997 2000
$align="left"; include "image1.php3"; ?>Francia 1960: Lakhdar un giovane
algerino vive di stenti e privazioni, come tanti dei suoi compatrioti, in
un'enorme bidonville ai margini di Parigi. Ciò nonostante l'uomo invita la sua
famiglia (moglie e figli) a raggiungerlo. Ma fin dall'arrivo le cose tra
Lakhdar e la moglie prendono una brutta piega. L'uomo impone alla moglie la
segregazione - rimanendo fedele alla sua cultura d'origine - ma allo stesso
tempo tenta l'integrazione nella "normalità" della capitale francese.
Intanto i suoi compatrioti stufi di essere vessati dalle istituzioni francesi
sia in Francia che in Algeria, organizzano un corteo di protesta, chiedendo una
"Algeria algerina". Lakhdar aderisce solo perché costretto
dall'insistenza della moglie. La manifestazione si concluderà con l'assassinio
di diverse centinai di algerini da parte delle forze dell'ordine francesi.
Quando nel '62 l'Algeria ottiene l'indipendenza, Lakhar ormai solo (la moglie
lo ha abbandonato) e senza un soldo si ritrova a far ritorno alla bidonville,
dove incontra i suoi compatrioti festeggiare per la liberazione.
Il regista Bourlem Guerdjou, nato e cresciuto anche cinematograficamente a
Parigi, realizza un film d'impegno civile dedicato a quelle generazioni, come
la sua (Guerdjou è nato nel 1965) nate dopo il raggiungimento dell'indipendenza
da parte dell'Algeria. Vivere in paradiso è in tal senso un film essenziale che
intreccia cronaca a fiction per (ri)costruire la storia dolorosa di un popolo
costretto ad essere esule perfino in patria. Un film in cui Lakhdar incarna
l'esigenza di un uomo che pur di raggiungere la soglia minima di un'esistenza
decorosa - percepita come il paradiso - è disposto a rinunciare al suo passato,
alle sue origini, alla moglie. Il disagio, le difficoltà di Lakhdar sono quelle
di chi allenta le radici culturali dalla terra d'origine e non riesce ad affondarle
in quella d'"accoglienza".
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