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Fuera de Juego Anno: 2003 Regista: Víctor Manuel Arregui; Autore Recensione: Federica Arnolfo Provenienza: Ecuador; Data inserimento nel database: 24-11-2003
Documento senza titolo
Regia /Director: Víctor Manuel Arregui
Soggetto, sceneggiatura/Story, screenplay: Víctor Manuel Arregui, Luis
Arregui
Fotografia/Director of photography: Germán Valverde
Scenografia/Set design: Coco Laso
Montaggio/Film editor: Carlos Carrillo
Musica/Musica: Fabián Velasco
Suono/Sound: Hans Sonero
Interpreti e personaggi/Cast and caracters: Manolo Santillán (Juan),
Danny Bustamante (Jaime), Ximena Ganchala (Gioconda), Fabián Velasco
(padre/father), Gerardo Pinto (Eduardo), Jimmy Pazmiño (zio/uncle), Silvia
Vimos (María), Narcisa Ruales (madre/mother)
Produttore/Producer: Ilvaro Muriel
Produzione/Production: Bochinche Comunicación, Cine, Vídeo
Distribuzione, vendita all’estero/Distribution, foreign sales agent: Anahí
Hoeneisen
Ci sono volte in cui il cinema non ha bisogno di raccontare altro che le immagini
che ci mette davanti. Il vero protagonista di questo film infatti, più
ch eil giovane Juan, è l'Ecuador, questa terra maledetta che ama e dalla
quale, però, vorrebbe fuggire, sognando una vita migliore all'estero...
la macchina da presa segue Juan, impacciato con la ragazzina che ama, confidente
con Gioconda, ribelle coi genitori, alle prime armi con i soldi... e la microcriminalità
che gli offre l'illusione di una strada più facile per realizzare i suoi
sogni.
In realtà la storia di Juan e di tutte le persone con cui entra in
contatto può essere la storia di qualsiasi ecuadoregno. Tutti gli attori,
ci viene spiegato da subito, nella presentazione al film fatta in sala, sono
attori non professionisti, presi dalla strada, che parlano più che altro
di sé stessi, della loro difficile vita di tutti i giorni, di come la
maggior parte della gente in questa terra viva al di sotto della soglia di povertà.
A metà tra fiction e documentario, Fuera de Juego è una bellissima
testimonianza, un atto d'amore sincero e sentito verso una terra che si ama
per quanto faccia soffrire. Le lunghe panoramiche nelle più diverse ore
del giorno sulla città sono di una bellezza che quasi fa star male. Vien
da pensare, per una non meglio chiarita associazione mentale, alla Cuba di Buena
Vista Social Club. Gente povera, paesaggi meravigliosi, tanta voglia di fare
e di vivere. Di vivere una vita migliore.
Purtroppo snobbato dalla giuria, questo piccolo film, realizzato senza dubbio
con mezzi assai limitati, è il nostro vincitore morale.
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