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Arca Russa
Anno: 2002
Regista: Aleksandr Sokurov;
Autore Recensione: Federica Arnolfo
Provenienza: Russia; Germania;
Data inserimento nel database: 20-11-2003


Documento senza titolo

Arca russa
di Aleksandr Sokurov

REGIA: Aleksandr SOKUROV; PRODUZIONE: Rus/Ger - 2002; DURATA: 96'; INTERPRETI: Sergej Dontsov, Maria Kuznetsova, Leonid Mozgovoy, David Giorgobiani, Aleksandr Chaban, Maksim Sergeyev, Anna Aleksakhina, Vladimir Baranov, Yuri Khomutyansky, Natalya Nikulenko, Valery Gergeev; SCENEGGIATURA: Boris Khaimsky - Anatoli Nikiforov - Svetlana Proskurina - Aleksandr Sokurov; FOTOGRAFIA: Tilman Buttner; SCENOGRAFIA: Aleksandr Sokurov; MONTAGGIO: Stefan Ciupek - Sergej Ivanov - Betina Kuntzsch; COSTUMI: Maria Grishanova - Lidya Kryukova - Tamara Seferyan; MUSICHE: Sergej Yevtushenko

Sono giorni che girovaghiamo per il dedalo di corridoi di questo immenso centro commerciale dove è locato il Torino Film Festival. Giorni che viviamo con gli occhi puntati sul rosso fuoco degli arrendamenti di questo asettico multisala dove si moltiplicano, oltre alle proiezioni, gli "incidenti di percorso" (sottotitoli assenti in proiezioni importanti, audio che salta, film interrotti a più riprese, o iniziati a proiettare ad oltre 40 minuti dall'inizio...) e le imprecazioni (sacrosante) di chi si vede saltare le programmazioni studiate certosinianamente ogni mattina per ritardi incredibili accumulatisi non si sa bene come né perché.

L'avessimo avuta noi la misteriosa guida francese protagonista di "Arca russa", forse, avremmo vissuto meglio questa esperienza festivaliera...

Il film di Sokurov, questo film di Sokurov è capace di far dimenticare per un po' tutti i disagi che stiamo patendo. Gli occhi ci si spalancano sullo splendido museo dell'Hermitage di San Pietroburgo. Ci accompagna quasi tenendoci per mano uno strano fantasma che sembra Virgilio e che invece è qualche misterioso marchese del fu congresso di Vienna. Alle sue spalle la macchina da presa (digitale, ovviamente, anche se il film è stato poi riversato in 35 mm) si muove in unico lungo piano sequenza (96 minuti, nessuno stacco neanche nascosto) attraverso stanze e corridoi. Davanti ai nostri occhi sfilano non più negozi e paninoteche come ci succede regolarmente non appena abbandoniamo per qualche minuto questo multisala, ma le splendide opere custodite nel museo, e insieme ad esse due secoli di storia russa.

Sono fantasmi benevoli quelli che si muovono assieme alla nostra guida, mescolandosi coi visitatori dell'epoca moderna. Simulacri ed eterne effigi di un tempo che fu, come le sculture ed i quadri. Custodi della memoria. La "visione" domina lo spazio scenico, e si fa accompagnare dalla "revisione" e dalla "memoria", dunque. Accanto ad una macchina da presa che dichiara apertamente di non riuscire a "vedere", ecco così comparire una donna cieca, custode del museo o di parte di esso, che conosce a menadito le sale e le opere pur senza riuscire a vedere con gli occhi.

E' una realtà bellissima quanto agghiacciante quella che ci sfila davanti. Tutto è splendore così come tutto è congelamento nella storia e nella memoria. Impossibile non ripensare, di fronte alle splendide immagini del ballo finale, alla festa nell'Overlook Hotel di "Shining" o al ballo finale di "Cenere e diamanti". Come la si mette si mette, sempre di fantasmi si tratta.

Quando usciamo dalla sala con negli occhi lo splendore di quanto abbiamo appena visto il rosso accecante del multisala ci riporta bruscamente alla realtà, e forse il sogno, per quanto di morte, era migliore.