Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!
Parigi. Un gruppo di terroristi talebani sta preparando un
attentato nella capitale francese. L’intervento del Team America, sorta di
polizia mondiale contro il terrorismo, sventa la minaccia distruggendo le
meraviglie di Parigi. Inizia così la nuova, geniale, feroce critica
cinematografica diretta da uno degli autori del cartone animato di successo South Park.
Sostituendo i disegni che lo avevano reso celebre con pupazzi animati,
marionette tenute con fili e dalle espressività man mano sempre più
convincenti, ed introducendo ad un mondo dello spettacolo diviso tra patrioti e
nemici della bandiera a stelle e strisce, Trey Parker inchioda il modello
hollywoodiano per deridere un paese, una mentalità, ed un mestiere soprattutto,
che fanno della rappresentazione (falsa) una verità morale. Se gli attori
americani, quelli in carne ed ossa, diventano in questo momento storico pupazzi
di un duello ideologico, perché non usare dei veri pupazzi a volte più
espressivi di quelli originali? (vedi Alec Baldwin). È questa l’idea di base di
un film per palati forti (tanto che è stato vietato ai minori di quattordici
anni) e per tutti coloro che adorano le esasperazioni moralistiche fino alle
loro contraddizioni. Tante le citazioni, ovviamente, il cui modello base è
sicuramente quello dei Thunderbirds: i
cavalieri dello spazio (1968) di David Lane, ma che dal cinema prendono
anche da film come Top gun (1986) di
Tony Scott, Faceoff – Due facce di un assassino (1997) di John Woo, Armageddon – Giudizio finale (1998) di
Michael Bay, Matrix (1999) dei
fratelli Wachowski, e naturalmente dall’ultimo arrivato, Kill Bill (2003-04) di Quentin Tarantino. È un film piacevole, che
ha il difetto di non prendere una vera posizione, ma che ha il suo punto forte
nell’assoluta credibilità dell’impianto scenico, oltre
ogni aspettativa, anche se più adatto al pubblico americano (colto), capace di
riconoscere tutti i pupazzi di carne ed ossa cui s’ispirano quelli tenuti dai
fili. Rimarrà nella storia del cinema, a mio parere, la sequenza
dell’accoppiamento.