Quando
Alice ruppe lo specchio. Lucio Fulci. 1988. ITALIA.
Attori: Brett Halsey, Zora Ulla
Keslerova, Ria De Simone
Durata: 81’
Un vedovo, Lester Person, si cucina un pezzo di carne e lo
mangia davanti alla tv sulla quale c’è un filmato di una donna nuda. È la
stessa che si trova nel sottoscala della casa e che l’uomo poco dopo fa a pezzi
con una motosega e poi ne tritura la carne per darla in pasto ai maiali.
Tornato a casa propria, l’uomo fa una scommessa per telefono su alcuni cavalli.
Ascolta una voce uscire dalla radio che gli rivolge la parola e lo rassicura su
quello che ha appena fatto in quella casa. La mattina dopo va dall’allibratore
per pagare le scommesse che non ha vinto. È al verde e risponde così
all’annuncio di una brutta riccona. Non riuscendo a farla ubriacare per
ucciderla, l’uomo si vede costretto prima a colpirla con un tubo d’acciaio e
poi la uccide mettendole la testa nel forno. Si libera del corpo buttandolo
nella fossa di un cantiere, ma un barbone assiste a quanto accaduto. L’indomani
il barbone si fa trovare nella sua auto e lo ricatta. Lester gli dà tutto
quello che ha e poi, seguendolo, lo investe con la macchina passandogli sopra
più volte. Alla televisione dicono invece che il barbone si è salvato e che ha
fatto un primo identikit dell’assassino. Lester decide così di togliersi gli
occhiali e di radersi la barba. Portando la refurtiva ad un ricettatore,
s’accorge che è tutta bigiotteria. Risponde allora ad un altro annuncio di una
piacente donna che però ha il vizio del canto lirico e della violenza a letto.
Uccide anche questa strangolandola con una frusta. Alla televisione dicono
ancora che grazie ad alcune tracce di sangue lasciate dall’assassino, la
polizia questa volta ha il suo dna, ed è quindi vicinissima al riconoscimento.
Lester torna dall’allibratore per scommettere con i soldi che ha rubato ma
quello lo invita invece ad un tavolo da poker dove Lester perde tutto e va
sotto di dieci mila dollari. Riceve ancora una telefonata del suo doppio e va
in un cottage in vendita, vicino all’ippodromo, da dove crede che è arrivata la
telefonata. In realtà lui in quel posto c’è già stato, perché è suo, dove ha
ucciso la prima donna. Spaventato fugge
e sente di nuovo alla televisione che un poliziotto lo ha visto nel cottage ed
ha adesso il nuovo identikit. Decide allora di farsi biondo e di indossare
nuovamente gli occhiali. Riceve una telefonata di una donna per errore ma tra i
due, Veronica il suo nome, nasce una confidenza e dopo una storia. Lester
allora ne approfitta per chiederle 200.000 dollari per pagare alcuni debiti
fatti con speculazioni sbagliate in borsa e lei glieli promette per il giorno
dopo. Uscendo di casa, l’uomo si accorge di non avere più l’ombra. Con un
biglietto prenotato per Lisbona, l’indomani Lester va a cena da Veronica e
quando sta per ucciderla lei gli spara. Aveva visto il telegiornale pomeridiano
nel quale era stato divulgato l’identikit dell’assassino. Lester si ricongiunge
con la propria ombra.
Dimenticato spesso dalla critica ufficiale, Quando
Alice ruppe lo specchio è invece uno dei pochi film girati negli anni
ottanta che si possono salvare di Lucio Fulci (penultimo della carriera del
regista che ne ha anche scritto soggetto e sceneggiatura). Quella di Fulci è,
infatti, una macabra visione delle fiabe che girano all’incubo e che
sapientemente il regista riesce a condire con il suo caratteristico humour (il
walzer di Strauss e tutto ciò che è legato alla donna ricca e barbona,
esilarante così come la scenetta del cadavere che non sta in piedi della donna
appassionata di lirica) e senso del gore (memorabile la faccia della donna che
si squaglia nel forno e tutta la sequenza del primo omicidio). A metà tra
Barbablù, Hyde, Landru ed il lupo cattivo (“La strada più breve per la città
è quella che passa per il bosco” dice Lester al barbone prima di
ucciderlo), il personaggio dell’assassino è un maschilista squattrinato che
uccide donne con difetti evidenti: Fulci gioca con le vittime scegliendo questa
volta non top model ma donne odiose o con difetti odiosi (barba evidente,
passione per il canto lirico) la cui morte sembra quasi giustificata, ma che
diventa troppo quando entra in scena l’omicidio e le modalità con le quali
Lester lo esegue. La pellicola però, dopo l’ottimo inizio (nel ventre del
maiale finisce e ricomincia il ciclo della vita), cala nettamente d’intensità,
senza però nulla togliere alle plastiche inquadrature scelte dal regista
(grandioso il bagno con doppio specchio anche se la più bella, non plastica
però, è lo zoom all’indietro sulla piscina con Lester e Veronica che ballano). “Il
denaro e l’amore sono due soggetti incompatibili” si dice l’assassino da
solo. Musiche di Carlo Maria Cordio che omaggiano Hitchcock ed il suo Psyco
(1960) (la scena della doccia è citata due volte). Molte altre le citazioni: inizia
come Quarto potere (1941) di Orson Welles (il cancello con
la scritta “No trepassing”), cita le orecchie in primo piano di Lynch e
Monsieur Verdoux (1947) di Chaplin (il Mereghetti – Dizionario dei film 2000)
e la scena nel sottoscala (quella della motosega) per alcuni fotogrammi ricorda
(involontariamente) quella in cui Emil Hobbes uccide sé ed Annabella Brown
all’inizio del film Il demone sotto la pelle (1975) di David Cronenberg.
Ultimo film di Ria De Simone, scomparsa nel 1995 (M.Giusti – Stracult –
Baldini&Castoldi).
Bucci Mario
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