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Roma a mano armata
Anno: 1976
Regista: Umberto Lenzi;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Roma a mano armata. Umberto Lenzi. 1976. ITALIA.

Attori: Maurizio Merli, Arthur Kennedy, Giampiero Albertini, Ivan Rassimov, Tomas Milian, Maria Rosaria Omaggio

Durata: 95’

 

 

Il commissario Leonardo Tanzi della squadra omicidi, continua a fare buchi nell’acqua. Ogni indagine, ogni arresto, è vanificato dai garbugli della legge, degli assistenti sociali, degli avvocati ed a volte dallo stesso vice questore Ruini che non vuole rischiare. Convinto che si debbano usare le maniere forti, si mette sulle tracce di un certo Farrendel, affiliato alla malavita marsigliese, secondo lui autore della strategia del terrore che sta bloccando Roma in una spirale della violenza. Le indagini però portano tutte in direzione di Vincenzo Moretto, detto il Gobbo, un violento personaggio che lavora in un mattatoio. Dopo l’ennesima rapina ed una serie di violenze non collegate direttamente al Gobbo, anche il suo collega commissario Caputo decide di usare le maniere forti. In una retata finale in un deposito di vestiti, il Gobbo ucciderà il commissario Caputo e Tanzi fredderà lo stesso assassino sparandogli alle spalle.

Ennesima variazione nel tema poliziesco mirata a mettere in risalto da un lato la violenza urbana (una sorta di denuncia a 360° che prende sia i pariolini violentatori che i ragazzi di borgata scippatori) e dall’altro l’impossibilità da parte della polizia di proseguire al passo con la legge ordinaria (Sto parlando di due ragazzini morti per troppa libertà! dice il commissario Tanzi a Caputo dopo aver visto i corpi di due scippatori che aveva arrestato due giorni prima, morti in un incidente stradale perché rilasciati). Tomas Milian interpreta il ruolo di Vincenzo Moretto con tanta partecipazione da meritarsi un sequel in suo onore con La banda del Gobbo (1977) dello stesso regista; Maurizio Merli è invece il commissario Tanzi, un kamikaze della violenza di stato (come lo apostrofa la sua donna); Ivan Rassimov è Tony, un bruto che ammazza la sua ragazza con un’overdose, mentre Maria Rosaria Maggio è Anna, la compagna del Commissario. Sceneggiatura di Dardano Sacchetti, come sempre poco sequenziale e composta di tanti episodi di violenza urbana. Una regia un po’ sotto tono rispetto ai lavori precedenti, che si avvale anche di pochi fotogrammi di Milano odia: la polizia non può sparare (1974) per rispettare un budget sicuramente limitato (le immagini in questione si riferiscono ad un inseguimento con diversi tamponamenti ed anche la scena della violenza sessuale riprende lo stesso tema dei violentatori che spaventano i fidanzatini come se fossero zombie). Grande prova ancora una volta delle musiche (questa volta di Franco Micalizzi) spesso funzionali per dimenticare i buchi della sceneggiatura, per la quale il compromesso storico nelle parole di Moretto è “Io gobbo proletario rubo solo per te, tu dritto capitalista te devi servì solo da me”. Non uno dei migliori del genere.

   

 

Bucci Mario

        [email protected]