Roma
a mano armata. Umberto Lenzi. 1976. ITALIA.
Attori: Maurizio Merli, Arthur
Kennedy, Giampiero Albertini, Ivan Rassimov, Tomas Milian, Maria Rosaria
Omaggio
Durata: 95’
Il commissario Leonardo Tanzi
della squadra omicidi, continua a fare buchi nell’acqua. Ogni indagine, ogni
arresto, è vanificato dai garbugli della legge, degli assistenti sociali, degli
avvocati ed a volte dallo stesso vice questore Ruini che non vuole rischiare.
Convinto che si debbano usare le maniere forti, si mette sulle tracce di un
certo Farrendel, affiliato alla malavita marsigliese, secondo lui autore della
strategia del terrore che sta bloccando Roma in una spirale della violenza. Le
indagini però portano tutte in direzione di Vincenzo Moretto, detto il Gobbo,
un violento personaggio che lavora in un mattatoio. Dopo l’ennesima rapina ed
una serie di violenze non collegate direttamente al Gobbo, anche il suo collega
commissario Caputo decide di usare le maniere forti. In una retata finale in un
deposito di vestiti, il Gobbo ucciderà il commissario Caputo e Tanzi fredderà
lo stesso assassino sparandogli alle spalle.
Ennesima variazione nel tema
poliziesco mirata a mettere in risalto da un lato la violenza urbana (una sorta
di denuncia a 360° che prende sia i pariolini violentatori che i ragazzi di
borgata scippatori) e dall’altro l’impossibilità da parte della polizia di
proseguire al passo con la legge ordinaria (Sto parlando di due ragazzini
morti per troppa libertà! dice il commissario Tanzi a Caputo dopo aver
visto i corpi di due scippatori che aveva arrestato due giorni prima, morti in
un incidente stradale perché rilasciati). Tomas Milian interpreta il ruolo di
Vincenzo Moretto con tanta partecipazione da meritarsi un sequel in suo onore
con La banda del Gobbo (1977) dello stesso regista; Maurizio Merli è
invece il commissario Tanzi, un kamikaze della violenza di stato (come
lo apostrofa la sua donna); Ivan Rassimov è Tony, un bruto che ammazza la sua
ragazza con un’overdose, mentre Maria Rosaria Maggio è Anna, la compagna del
Commissario. Sceneggiatura di Dardano Sacchetti, come sempre poco sequenziale e
composta di tanti episodi di violenza urbana. Una regia un po’ sotto tono
rispetto ai lavori precedenti, che si avvale anche di pochi fotogrammi di Milano
odia: la polizia non può sparare (1974) per rispettare un budget
sicuramente limitato (le immagini in questione si riferiscono ad un
inseguimento con diversi tamponamenti ed anche la scena della violenza sessuale
riprende lo stesso tema dei violentatori che spaventano i fidanzatini come se
fossero zombie). Grande prova ancora una volta delle musiche (questa volta di
Franco Micalizzi) spesso funzionali per dimenticare i buchi della
sceneggiatura, per la quale il compromesso storico nelle parole di
Moretto è “Io gobbo proletario rubo solo per te, tu dritto capitalista te
devi servì solo da me”. Non uno dei migliori del genere.
Bucci Mario
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