INTERVISTA A MINERBA
La Sede, Gli Inizi, Il Direttore
La Militanza, L´Alternativa, I Compagni
I Rapporti, La Qualità, Le Icone
Le Morti, Gli Stereotipi, L´Emancipazione
La Produzione, La Selezione, Le Scelte
La Critica, Il Pubblico, Il Gusto
I Festival, La Distribuzione, Le Istituzioni
Cecchi Gori e Fassbinder |
Piazza San Carlo, il salotto buono della capitale subalpina. Si
scantona per un cortile anonimo e si imbocca un andito. Infine
ci s´arrampica con fatica per una tromba di scale fatiscente fino
all´ultimo piano: ¨Abito al quarto piano di uno stabile senza
ascensore: immaginate ogni giorno quante scale ...¨. Quando usciamo
con Giovanni Minerba la frase rimane in sospeso, come molte delle
informazioni sussurrate garbatamente dal direttore del Festival
a Tematica Omosessuale. Con Ottavio Mai, il suo compagno scomparso
nel 1993 con cui aveva dato vita all´Associazione L´Altra Comunicazione,
Minerba aveva intuito già nell´84 il bisogno di organizzare questa
rassegna, ma dovettero attendere l´avvento del pentapartito per
ottenere da Marzano ciò che l´assessorato retto da Balmas aveva
negato: ¨Fin dall´81 andavamo in giro per Festival con i nostri piccoli
film, a quel punto ci siamo resi conto che tante pellicole non
arrivavano. Nei Festival li vedevi, ma in Italia spesso neanche
lì. Ad esempio seppi dopo che Venezia non prese Desert Heart (l´ha fatto Locarno quell´anno) per un motivo molto semplice
e bacchettone: c´era Rondi e aveva paura, pur piacendogli il film.¨
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