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Riflessi sulla pelle - The reflecting skin
Anno: 1990
Regista: Philip Ridley;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Canada;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Riflessi sulla pelle. Philip Ridley. 1990. CANADA.

Attori: Lindsay Duncan, Jeremy Cooper, Viggo Mortensen, Sheila Moore, Duncan Fraser

Durata: 95’

Titolo originale: The reflecting skin

 

 

Prateria del Canada. Tre bambini si divertono ad infastidire una vedova che vive molto distante dalla casa di Seth. Suo padre gestisce una pompa di benzina, mentre la madre odia il solo fatto di sentirne l’odore. Un giorno, uno dei tre bambini è rinvenuto morto nel pozzo d’acqua della famiglia di Seth. Un particolare sceriffo, al quale manca una mano, un occhio ed ha un orecchio mozzato, è sicuro che il colpevole si stato il padre di Seth. Questi, pieno di vergogna, si toglie la vita facendosi saltare in aria assieme alla pompa di benzina. Seth intanto, si convince che la vedova sia una vampira e quando suo fratello maggiore fa ritorno dalla guerra e s’innamora di questa, cerca in tutti i modi di evitare che tra loro possa nascere una storia seria. Nel frattempo è stato trovato il corpo esanime dell’altro compagno di giochi del piccolo Seth. Anche la vedova morirà per mano degli stessi assassini, una banda di balordi che scivolano sulle polverose vie della campagna su un’automobile nera.

Ridley, che di professione faceva lo sceneggiatore e lo scrittore, al suo primo lavoro alla regia, impressiona su pellicola un racconto di vere allucinazioni. Questo squarcio intenso di vita campestre è tutto filtrato attraverso gli occhi ingenui di un bambino, attraverso la sua fantasia e l’assoluta mancanza di una qualsiasi forma di cultura (se non appunto quella del padre che leggeva romanzetti sui vampiri) che possa elevare il suo grado di conoscenza. Seth (Jeremy Cooper) infatti, si preoccupa più di salvare il fratello dall’inverosimile vampira che di raccontare allo sceriffo di una banda di ragazzi più adulti che se ne vanno in giro seviziando ed uccidendo i suoi amici di gioco, e se è vero che è in grado di far scoppiare rospi soffiando aria nel loro intestino, è anche vero che si ritrova a custodire e parlare con un feto abbandonato che egli ritiene sia l’angelo del primo ragazzo ucciso. L’unica volta che la vedova, dopo aver ritrovato l’amore nel fratello maggiore di Seth, si vestirà di bianco, anch’ella conoscerà la morte per mano degli stessi ragazzi, in un finale dalle forti emozioni. Il vero pregio di questo lavoro, oltre alle deliranti situazioni che si vengono man mano a creare in questa comunità di protestanti, è la sua fotografia, assolutamente limpida, spiazzante, cosicché più che ad un insieme di fotogrammi sembra di assistere ad una esemplare mostra di pittura sul paesaggio canadese. Assolutamente perfetta ogni inquadratura degli esterni, la regia si mostra poco invadente e quindi di grosso spessore narrativo. Musiche originali e pompose. Proprio un bel film, completo.   

 

 

Bucci Mario

        [email protected]