Riflessi
sulla pelle. Philip
Ridley. 1990. CANADA.
Attori: Lindsay Duncan, Jeremy
Cooper, Viggo Mortensen, Sheila Moore, Duncan Fraser
Durata: 95’
Titolo originale: The
reflecting skin
Prateria del Canada. Tre bambini
si divertono ad infastidire una vedova che vive molto distante dalla casa di
Seth. Suo padre gestisce una pompa di benzina, mentre la madre odia il solo
fatto di sentirne l’odore. Un giorno, uno dei tre bambini è rinvenuto morto nel
pozzo d’acqua della famiglia di Seth. Un particolare sceriffo, al quale manca
una mano, un occhio ed ha un orecchio mozzato, è sicuro che il colpevole si
stato il padre di Seth. Questi, pieno di vergogna, si toglie la vita facendosi
saltare in aria assieme alla pompa di benzina. Seth intanto, si convince che la
vedova sia una vampira e quando suo fratello maggiore fa ritorno dalla guerra e
s’innamora di questa, cerca in tutti i modi di evitare che tra loro possa
nascere una storia seria. Nel frattempo è stato trovato il corpo esanime
dell’altro compagno di giochi del piccolo Seth. Anche la vedova morirà per mano
degli stessi assassini, una banda di balordi che scivolano sulle polverose vie
della campagna su un’automobile nera.
Ridley, che di professione faceva
lo sceneggiatore e lo scrittore, al suo primo lavoro alla regia, impressiona su
pellicola un racconto di vere allucinazioni. Questo squarcio intenso di vita
campestre è tutto filtrato attraverso gli occhi ingenui di un bambino,
attraverso la sua fantasia e l’assoluta mancanza di una qualsiasi forma di
cultura (se non appunto quella del padre che leggeva romanzetti sui vampiri)
che possa elevare il suo grado di conoscenza. Seth (Jeremy Cooper) infatti, si
preoccupa più di salvare il fratello dall’inverosimile vampira che di
raccontare allo sceriffo di una banda di ragazzi più adulti che se ne vanno in
giro seviziando ed uccidendo i suoi amici di gioco, e se è vero che è in grado
di far scoppiare rospi soffiando aria nel loro intestino, è anche vero che si
ritrova a custodire e parlare con un feto abbandonato che egli ritiene sia
l’angelo del primo ragazzo ucciso. L’unica volta che la vedova, dopo aver
ritrovato l’amore nel fratello maggiore di Seth, si vestirà di bianco,
anch’ella conoscerà la morte per mano degli stessi ragazzi, in un finale dalle
forti emozioni. Il vero pregio di questo lavoro, oltre alle deliranti
situazioni che si vengono man mano a creare in questa comunità di protestanti,
è la sua fotografia, assolutamente limpida, spiazzante, cosicché più che ad un
insieme di fotogrammi sembra di assistere ad una esemplare mostra di pittura
sul paesaggio canadese. Assolutamente perfetta ogni inquadratura degli esterni,
la regia si mostra poco invadente e quindi di grosso spessore narrativo.
Musiche originali e pompose. Proprio un bel film, completo.
Bucci Mario
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