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Il cervello dei morti viventi - Nothing but the night
Anno: 1972
Regista: Peter Sasdy;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Gran Bretagna;
Data inserimento nel database: 25-04-2005


Il cervello dei morti

Il cervello dei morti viventi.  Peter Sasdy. 1972. GRAN BRETAGNA.

Attori: Peter Cushing, Christopher Lee, Diana Dors, Keith Barron, Georgia Brown, Michael Cambon, John Robinson

Durata: 90’

Titolo originale: Nothing but the night

 

 

 

Una serie di suicidi e d’incidenti attira le attenzioni di un gruppo di medici, una giornalista e della polizia su una ricca fondazione, la Inver House, cui tutte le vittime facevano parte. Secondo le prime indagini, i sospetti cadono su Anna Harb, madre di una delle ragazze dell’orfanotrofio gestito dalla fondazione, e sottrattale a causa della sua fedina penale macchiata. La polizia le dà la caccia sull’isola dove ha sede la Inver House, accusandola anche del sabotaggio di una barca sulla quale perdono la vita altri cinque ricchi membri della fondazione. Grazie ad un’accurata analisi del dottor Mark Ashley, uno dei medici che si occupa del caso, si scopre che le vittime in realtà erano già morte al momento del loro (finto) decesso. La fondazione, infatti, aveva studiato un metodo per inserire parte del cervello delle vittime, quello che racchiude la memoria, nei giovani dell’orfanotrofio, garantendosi un prolungamento della vita. A notte i ragazzi sono sorpresi in un particolare rituale dove bruciano Anna Harb, scoperta sull’isola. Il colonnello Bingham, che si occupa del caso, è fatto prigioniero dagli stessi ragazzi, ma per un incidente la piccola Mary, figlia di Anna, prende fuoco e con lei muoiono tutti gli altri ragazzi cui avevano sostituito il cervello.

Giallo dalle svariate tinte, che ogni tanto sceglie la strada freudiana per ritornare infine alla scienza più pratica, già portata sullo schermo decine di volte sul modello del dottor Frankenstein. Il film diretto da Peter Sasdy ha però il pregio di avere una storia che si risolve solo nel finale, oltre quello di avere Cushing e Lee nella stessa pellicola, due mostri sacri del genere (ai quali va aggiunta anche l’interpretazione di Diana Dors). Il tema dell’innesto cerebrale non è nemmeno troppo male, e per giunta ben trattato, poiché i bambini appaiono vittime di una volontà adulta restia a morire. È una storia di trapasso culturale quindi, dove si affronta il tema della memoria ed il passaggio, la consegna di questa. A questo si aggiungano alcuni accenni sul rapporto tra padri e figli, ed il tema dell’affidamento (il ruolo della madre Anna). Purtroppo manca un po’ di ritmo, ed a rivederlo oggi, mostra il suo più grosso difetto, quello di essere un film datato. La scena della piccola Mary sotto ipnosi sembra quasi citata in L’esorcista 2: l’eretico (1977) di John Boorman, mentre il falò finale, in cui sono i bambini a sottomettere gli adulti, potrebbe aver ispirato la realizzazione del finale del film Grano rosso sangue (1983) di Fritz Kiersh, proprio perché questi mostrano una consapevolezza superiore alla loro età.

 

 

Bucci Mario

        [email protected]