Santa
Maradona. Marco Ponti.
2002. ITALIA.
Attori: Stefano Accorsi, Libero
De Rienzo, Anita Caprioli, Mandala Tayde
Durata: 96'
Torino. Andrea, Bart, Lucia e
Dolores: giovani, carini e disoccupati. Basterebbero queste tre parole
per riassumere in breve il senso e la trama di questo lavoro, uno scorcio di
vita in una città non più tetra e satanica, come la tradizione vuole, ma che
anche se solare e pulita, respinge in ogni modo i suoi figli: Andrea è quello
che le prova tutte per avere un posto di lavoro degno della sua laurea in
lettere ma senza fortuna, Bart invece, è sempre davanti alla televisione al
limite dello stress; i due sono amici e dividono lo stesso appartamento, in
costante gara fra loro a chi racconta fandonie sempre più stupide ed inutili.
Lucia, indiana, è ad un esame dalla laurea mentre Dolores è il compromesso
lavorativo della quale Andrea s’innamora. Il lavoro come nuova maledizione che
si abbatte su questa città, la Juventus come squadra vincente, il compromesso
come tradimento.
Una storia semplice, gonfiata di
logorroicità, ma ben girata. Marco Ponti, che firma anche la sceneggiatura,
sembra aver imparato la lezione a riguardo, dialoghi lunghi e non attinenti ai
fatti (alla Tarantino per intenderci), attori belli, inquadrature che si ripetono,
sovrabbondanza di fast foward e stop dell’immagine, belle fotografie e colonna
sonora giovane ma, come spesso accade soprattutto quando un film deve
concludersi, lo spettatore non rimane del tutto soddisfatto. Cesellato da buone
battute che però non strappano facilmente il sorriso, il film è retto molto
dalla figura di Stefano Accorsi (Andrea) ma che qui comunque appare un po’
sotto tono rispetto alla sua bravura. Sembra un lavoro nuovo, forse proprio per
la luce con la quale è fotografata Torino, ma una volta che arrivano i titoli
di coda, tornano in mente una serie di prodotti già visti che partono dagli
Stati Uniti di Giovani, carini e disoccupati (1994) ed arrivano in
Italia inserendosi nel filone di pellicole alla Tutti giù per terra
(1997) sicuramente migliore e più convincente sia come lavoro che come colonna
sonora.
Bucci Mario
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