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Santa Maradona
Anno: 2002
Regista: Marco Ponti;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 04-12-2003


La grande guerra

Santa Maradona.  Marco Ponti. 2002. ITALIA.

Attori: Stefano Accorsi, Libero De Rienzo, Anita Caprioli, Mandala Tayde

Durata: 96'

 

 

Torino. Andrea, Bart, Lucia e Dolores: giovani, carini e disoccupati. Basterebbero queste tre parole per riassumere in breve il senso e la trama di questo lavoro, uno scorcio di vita in una città non più tetra e satanica, come la tradizione vuole, ma che anche se solare e pulita, respinge in ogni modo i suoi figli: Andrea è quello che le prova tutte per avere un posto di lavoro degno della sua laurea in lettere ma senza fortuna, Bart invece, è sempre davanti alla televisione al limite dello stress; i due sono amici e dividono lo stesso appartamento, in costante gara fra loro a chi racconta fandonie sempre più stupide ed inutili. Lucia, indiana, è ad un esame dalla laurea mentre Dolores è il compromesso lavorativo della quale Andrea s’innamora. Il lavoro come nuova maledizione che si abbatte su questa città, la Juventus come squadra vincente, il compromesso come tradimento.

Una storia semplice, gonfiata di logorroicità, ma ben girata. Marco Ponti, che firma anche la sceneggiatura, sembra aver imparato la lezione a riguardo, dialoghi lunghi e non attinenti ai fatti (alla Tarantino per intenderci), attori belli, inquadrature che si ripetono, sovrabbondanza di fast foward e stop dell’immagine, belle fotografie e colonna sonora giovane ma, come spesso accade soprattutto quando un film deve concludersi, lo spettatore non rimane del tutto soddisfatto. Cesellato da buone battute che però non strappano facilmente il sorriso, il film è retto molto dalla figura di Stefano Accorsi (Andrea) ma che qui comunque appare un po’ sotto tono rispetto alla sua bravura. Sembra un lavoro nuovo, forse proprio per la luce con la quale è fotografata Torino, ma una volta che arrivano i titoli di coda, tornano in mente una serie di prodotti già visti che partono dagli Stati Uniti di Giovani, carini e disoccupati (1994) ed arrivano in Italia inserendosi nel filone di pellicole alla Tutti giù per terra (1997) sicuramente migliore e più convincente sia come lavoro che come colonna sonora. 

 

 

Bucci Mario

        [email protected]