Girolimoni,
il mostro di Roma. Damiano Damiani. 1972. ITLIA.
Attori: Nino Manfredi, Gabriele
Lavia, Guido Leontini, Orso Maria Guerrini, Mario Carotenuto
Durata: 125'
Mussolini è ancora
Ministro dell’Interno quando a Roma un mostro uccide bambine al disotto dei
cinque anni, seviziandole e massacrandole. La città è sconvolta, soprattutto
negli ambienti di borgata dove il mostro sembra preferire agire. La polizia,
come si suole dire, brancola nel buio, ma lo Stato domanda alla giustizia un
colpevole, perché l’insicurezza del popolo potrebbe far perdere terreno al
fascismo. E’ accusato allora Gino Girolimoni, un fotografo che ama le donne e
la bella vita, e che solo più tardi sarà riconosciuto estraneo ai fatti. Dopo
tanto clamore per il suo arresto, la notizia della scarcerazione non è
pubblicata sui quotidiani per ordine dello stesso Duce, con il fine di non
screditare il lavoro della polizia. Girolimoni, macchiato di pedofilia, si
ritrova in un’impossibile situazione di reinserimento.
Prendendo spunto da una storia
vera, Damiano Damiani mette in scena un discorso ben più ampio di quello delle
vicende del mostro di Roma, soprattutto scoprendo il mostro prima dell’ingresso
in scena del protagonista. Ripercorrendo temi come la ragion di stato, la
manipolazione della notizia, ma soprattutto la capacità delle masse ad essere
soggiogata dal sistema d’informazione, il regista imprime su pellicola una
denuncia di storica infamia governativa. Il lavoro di Damiani si avvale di una
buona ricostruzione storica dei costumi e delle tradizioni romane durante il
fascismo, la cui pecca nella rappresentazione è data solo dalla figura del
Duce, purtroppo meno credibile che in altre rappresentazioni. Come sempre bravo
Nino Manfredi quando deve interpretare un romano, molto belle le immagini del
popolo e le inquadrature scelte per i momenti più drammatici (vicine ai volti
in puro stile Damiani) e quelle che riprendono le vie e le piazze di Roma
dall’alto. Cammeo per Mario Carotenuto, primo accusato dall’infamia del popolo,
che si toglie la vita in nome della sua macchiata innocenza.
Bucci Mario
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