NearDark - Database di recensioni

NearDark - Database di recensioni

Africa

Godard Tracker


Tutte le
Rubriche

Chi siamo


NearDark
database di recensioni
Parole chiave:

Per ricercare nel database di NearDark, scrivete nel campo qui sopra una stringa di un titolo, di un autore, un paese di provenienza (in italiano; Gran Bretagna = UK, Stati Uniti = USA), un anno di produzione e premete il pulsante di invio.
È possibile accedere direttamente agli articoli più recenti, alle recensioni ipertestuali e alle schede sugli autori, per il momento escluse dal database. Per gli utenti Macintosh, è possibile anche scaricare un plug-in per Sherlock.
Visitate anche la sezione dedicata all'Africa!


Scarfies
Anno: 1999
Regista: Robert Sarkies;
Autore Recensione: Andrea Caramanna
Provenienza: Nuova Zelanda;
Data inserimento nel database: 28-07-2000


Scarfies

Visto al Taormina Film Festival 2000Visto al
Taormina Film
Festival 2000

Scarfies
Regia: Robert Sarkies
Sceneggiatura: Duncan Sarkies, Robert Sarkies
Fotografa: Stephen Downes
Produzione: Lisa Chatfield
Interpreti: Willa O’Neill, Neill Rea, Taika Cohen, Ashleigh Seagar, Charlie Bleakley, Jon Brazier
Origine: Nuova Zelanda, 1999, 94 min.
La prima impressione che si registra nelle prime sequenze del film è che il sentimento prevalente sia quello dell’horror. Un film di paura forse classico, poiché le inquadrature iniziali dirigono lo spettatore verso l’agnizione di elementi e dati che contraddistinguono le sceneggiature thriller soprannaturale. Una casa misteriosa ed in rovina sta per essere abitata da un gruppo di studenti squattrinati. La mdp si sofferma sugli spazi bui e disagevoli della villa, che nasconde un seminterrato sbarrato da una solida porta d’acciaio. A questo punto era lecito aspettarsi dalla storia un cotè fantastico, ed invece il racconto cerca di descrivere un’ipotesi della vita quotidiana. Possibilità che può intervenire nella dimensione ordinaria di qualsiasi esistenza. I cinque ragazzi raffigurano così le varie circostanze di fronte ad uno stesso evento.Il seminterrato cela una piantagione lussureggiante di marijuana. Presto il proprietario si rifà vivo. Scopre inferocito che gli studentelli si sono venduti il prezioso raccolto per pochi dollari. È intenzionato a farla pagare ai cinque giovani, sennonché questi ultimi riescono ad intrappolarlo nello stesso seminterrato. Entriamo nel cuore del film: l’escalation di opportunità che il carceriere può utilizzare contro la vittima legata ed imbavagliata. Robert Sarkies mette in scena perfino una parodia del klu klux klan quando i ragazzi si incappucciano di fronte al prigioniero. Ma il punto fondamentale è che il conflitto tra i vari personaggi sorge proprio dinnanzi ad interrogativi morali. È lecito tenere prigioniero un uomo? Da questa semplice domanda, i cinque passano ad interrogarsi su altre forme di coercizione, infine perfino sulla possibilità di eliminare il prigioniero, dopo esser passati attraverso la pratica delle torture a base di scariche elettriche. Ci rendiamo presto conto che alla fine di un racconto che tende a non pigliarsi mai sul serio, il mondo dei cinque studenti si è rovesciato, e l’orizzonte morale è cambiato, nella consapevolezza che è sempre la condizione contingente ad azionare il meccanismo perverso della scelta, della decisione. Ma a parte la tensione, lo stress, che certamente spingono i cinque giovani ad azioni che mai avrebbero compiuto in altre situazioni, il film riflette sul meccanismo delle democrazie: la procedura del voto non dimostra niente anzi conferma l’arbitrarietà degli effetti derivanti da una votazione, che dipende strettamente da un’assunzione di responsabilità che spesso può, per vari motivi, sfuggire alla sensibilità del votante. Nel film ciò comporterà la condanna a morte del prigioniero.

Conferenza stampa con Robert Sarkies
Come è nata la sua passione per il cinema?
Sarkies: Ero attore fin da bambino, mi piace particolarmente il dramma, la possibilità di poter raccontare storie attraverso immagini.

Cosa ci dice della drammaturgia del film?
Sarkies: No, la mia formazione classica non è così profonda, sono più interessato dalle persone cerco di non aver riferimenti, per evitare di copiare altri cineasti, per essere più originale possibile.

Sugli attori.
Sarkies: È sempre difficile identificare il momento in cui nasce un film; volevo portare gli attori in un viaggio emotivo molto drammatico su un argomento anche leggero la premessa era cosa sarebbe successo se alcuni ragazzi chiudono in un seminterrato un uomo. In un Nuova Zelanda non abbiamo molti attori anziani, la nuova generazione non la conoscevo, così abbiamo formato un cast attraverso i provini in tutto il paese, abbiamo lavorato due settimane prima delle riprese, sul set eravamo già amici.

La distribuzione.
Sarkies: Esce in Italia in cinquanta copie alla fine di agosto distribuzione Filmauro, spero che sia accessibile per il pubblico italiano, il film è stato venduto in tutti i paesi che non parlano lingua inglese, ci sono forse dei pregiudizi da parte dei paesi anglosassoni, se non fosse per l'Europa non sarei qui.

È già uscito in Nuova Zelanda?
Sarkies: Sì, il film è uscito l'estate scorsa, ha guadagnato più di un milione di dollari, è stato il secondo film di successo come incassi.

Il seminterrato
Sarkies: Volevamo esplorare un gruppo che sprofonda nella parte più oscura dell'animo umano. Scendono nella cantina dove viene rinchiuso l'intruso. La cantina rappresenta il cammino di persone innocenti che si trovano di fronte a delle scelte che non siano in grado di farlo, come commettere un omicidio, ciascuno di noi forse non si rende conto, ma può sprofondare in queste situazioni.. Mi ha interessato anche indagare il meccanismo della democrazia, delle scelte fatte attraverso la maggioranza, ma quando ciò riguarda la morte di un essere umano la responsabilità forse oltrepassa il principio del meccanismo democratico.

Questi sentimenti di crudeltà possono esser collegabili all'isolamento del suo paese…

Sarkies: In effetti molti film hanno questo carattere dark, diventa in un paese così pulito e bello sembra quasi che bisogna esplorare sotto questa impeccabile superficie, tuttavia anche noi abbiamo i nostri problemi con la violenza, è difficile giudicare forse perché (ride) siamo stati colonizzati da ex galeotti della Gran Bretagna.