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É questo un film che vorrebbe intitolarsi A proposito di tutte queste signore o Donne in attesa (due Bergman al femminile), e che invece risponde all'ego smisurato di un mercante del cinema d'autore, che trova conveniente rivendersi in forma di cineasta psicologo e maestro di cerimonia per travestiti, suore incinte, pittrici di falsi, attrici lesbiche ed eroinomani. La novità è che nel microcosmo della trasgressione controllata, Almodovar invece che un'orgia vuol fare il catechismo: che sia, sotto sotto, un perfetto moralista? In realtà, ciò che interessa all'Almodovar-mercante-di-sé è la moltiplicazione del dolore; gli esiti di una tale scelta narrativa sono, come talvolta accade, grotteschi, senza nemmeno il riscatto del cinismo. La miscela di fatti tragici tende scopertamente, come certa televisione, a conquistare lo spettatore emotivo: ma se gli esiti narrativi di Tutto su mia madre sono perlomeno discutibili, la questione formale si risolve in un sostanziale deja-vu almodovariano, non privo di piccole e grandi pecche.
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