TODO SOBRE MI MADRE






Salutato da tutti come il film del raggiunto equilibrio per un regista incline all'eccesso, Tutto su mia madre di Pedro Almodovar è un melodramma che cita il buon cinema (Eva contro Eva) e il buon teatro (Un tram che si chiama desiderio).

E nella tradizione melodrammatica oltre la catarsi finale si intravede comunque un nuovo percorso al di là del punto assunto come presente di partenza. La maestrìa sta anche nell'alternanza tra questo continuo percorso proiettato avanti nel tempo con la costante presenza del passato (di cui le didascalie, sempre riferite a un momento successivo, sono il confine costantemente spostato) e la continua presenza di prolessi di situazioni future, mostrate con insistenza, in modo che vengano percepite, alle quali si aggiungono frasi proposte con un rilievo che non lascia spazio a dubbi e che ritorneranno nel corso del film: "Stamane mia madre mi ha mostrato una foto di quando era giovane. Ne mancava la metà. Non gliel'ho detto, ma anche nella mia vita è così". È un esempio di frase perno, adoperata dal regista per dare un segnale che devii l'attenzione verso un tema preso in realtà a pretesto per rinverdire i fasti del melodramma: l'interesse precipuo del film è più facilmente rintracciabile nella descrizione della forza d'animo femminile e nella capacità delle donne di vivere come se fossero su un palcoscenico in ogni occasione piuttosto che nella condizione di dimezzamento, metafora dello stato dei trans. Perché il teatro è finzione attraverso la quale si manifesta la realtà, già corredata di interpretazione: "Sempre ho confidato nella bontà degli sconosciuti" è un'altra frase ricorrente, significativa all'interno della pièce di Tennessee Williams come per le donne del film; offre l'ennesima chiave per trovare una motivazione al lavoro.



Le didascalie sono uno dei mezzi retorici di passaggio adottati da Almodóvar da sempre e hanno lo stesso fine dell'incrocio di destini (di cui Mujeres è la summa con i suoi infiniti legami tra i personaggi), ricalcando la tradizione del vaudeville come leggerezza nella modalità della proposta e mantenendosi nella tradizione del melò, permettendosi solo di caricarlo di maggiore vis ironica.


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