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La componente documentaristica non evita la ripresa in primo piano con sguardo in macchina che Agosti sa pilotare molto bene, facendo emergere l'emozione, l'espressione che restituisce tutto il personaggio come in D'amore si vive e Trent'anni di oblio. Ed è in questi spezzoni di film apparentemente montati in modo casuale che si trova la traccia in grado di illuminare un percorso dal titolo del film ("Quando mi torturavano io mi rifugiavo nella mia seconda ombra e non sentivo più niente"), attraverso la festa di nozze, la nascita di una nuova vita e l'abbattimento del primo muro della vergogna: tutto in una notte e non solo per esigenze drammatiche: Agosti interpellato spiega che tutto nel film ha radici nella realtà dei fatti. ![]() |