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l'Altro: volti nudi e energie libere
docufiction
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E allora si documentano le nuove proposte e gli approcci più umani: ad una furiosa si consente di mangiare beluinamente sotto il tavolo ("L'importante è che mangi"), si considerano tutte le più sconclusionate invenzioni impossibili, come la pretesa di abitare la cipria, un barattolino "dove ci metti un pezzetto di stoffa e buona notte". Si vede come i malati siano contenti di esprimersi e partecipi del film: la proiezione è stata una festa pari a quella interpretata nell'epilogo della pellicola quando si butta giù il muro" tutti insieme perché "chi non butta giù il muro non saprà mai cos'è la libertà". Magari con l'aiuto di una ruspa prima che l'alba faccia scoprire ai matti di fuori la rivoluzione festosa che è avvenuta quella notte nel lato oscuro della ragione. L'unica rivoluzione incruenta, che ha ribaltato la concezione antichissima che relega il diverso in un suo mondo inaccettabile, probabilmente perché è un mondo che con la sua "logica" metterebbe in crisi le costrizioni che ci impone la società. Lo slavo dice che "bisognerebbe lavorare un solo giorno alla settimana per essere felici", una frase già presente in L'uomo proiettile.


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