Frankenstein. James Searle Dawley. 1910. USA.
Attori: Augustus
Phillips, Mary Fuller, Charles Ogle
Durata: 16’
Lo scienziato Victor Frankestein lascia il college
terminati gli studi e dopo due anni arriva alla sua grande scoperta: il segreto
della vita. Con un esperimento crea un mostro dal quale egli stesso rimane
spaventato. Tornato a casa, dove ad attenderlo c’è la sua compagna Elizabeth,
viene seguito dal mostro che s’infatua della donna. Lontano da lei, tra i due
c’è una colluttazione e quando la creatura si vede riflessa nello specchio
fugge via atterrita. Victor ed Elizabeth si sposano ma l’arrivo ancora una
volta del mostro getta il panico cui segue una nuova colluttazione che mette in
fuga la creatura. Di fronte nuovamente ad uno specchio, questa volta ne rimane
imprigionato nel riflesso, fino a che non scompare all’arrivo di Victor.
Per la prima volta sullo schermo il regista James Searle
Dawley porta il celebre romanzo di Mary Shelley, liberamente riproposto con un
accenno anche ad un altro classico della letteratura come Il dr. Jeckyl e mr. Hyde di
R. L. Stevenson (nel finale il riflesso nello specchio che passa dal mostro a
Victor). Prodotto dalla casa di produzione Edison, girato negli studi del Bronx
a New York, il film non ebbe successo nonostante gli interessanti effetti
speciali (la creazione del mostro avviene con la riproduzione al contrario di
un manichino in fiamme). L’iconografia della creatura è anche molto diversa da
quella a noi giunta dopo il successo della versione diretta da James Whale e la
celebre interpretazione di Boris Karloff. Nella pellicola prodotta da Edison,
infatti, il mostro appare più come un cavernicolo che come un cadavere
riesumato. Pecca principale del film, e del suo insuccesso, fu proprio la sua
realizzazione, affidata appunto a Dawley (che aveva fatto gavetta nel film La grande rapina al treno (1903) di Edwin Stanton Porter) che mantenne il
punto di vista del proscenio senza mai intervenire sul linguaggio
cinematografico (a parte la soggettiva di Victor quando osserva la creatura
emergere dalla tinozza). Più alchimia che scienza, il film trattiene appena il
messaggio del testo originale.
Bucci Mario
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