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Hana-Bi - Fiori di fuoco Anno: 1997 Regista: Takeshi Kitano; Autore Recensione: Fulvio Faggiani Provenienza: Giappone; Data inserimento nel database: 27-01-1998
Hana-bi,
traduzione : Fiori di fuoco, dunque Fuochi d'artificio
(ma non ha nulla a che vedere con il pieraccionesco film).
Takeshi Kitano realizza forse il suo film più
pittorico, più intensamente visivo. È un'opera
in cui, come in molto cinema giapponese, la caratteristica
dominante è data da lunghi silenzi intervallati da
brevi dialoghi, divisibili in due categorie:
esistenzial-monosillabici e
tarantinato-yakuzeschi.
Non mancano, come in tutte le opere di Kitano, quelle
esplosioni di violenza tipiche di tanto cinema asiatico: qui
si va dall'uso improprio delle bacchette per mangiare, ai
sassi avvolti in fazzoletti, alle pistole vere e finte, a
calci e pugni. Il risultato è comunque sempre uno
schizzo di sangue degno del migliore gore anni '70.
Un'opera altamente pittorica, come viene chiarito
nell'incipit dalla scritta in kanji tracciata
sull'asfalto (crepa !), a cui fanno seguito i
sempre più elaborati quadri del collega poliziotto
immobilizzato sulla carrozzella, che passano dal naïf
agli animali-fiore, al puntinato vangoghiano per arrivare al
suggestivo capolavoro finale in cui i fiocchi di neve sono
gli ideogrammi della parola neve e il loro bianco è
contrastato dalla parola suicidio vergata in un premonitore
colore rosso.
I personaggi del film sono tutti riusciti e ben
caratterizzati, comprese quelle figure surreali quali lo
sfasciacarrozze o il primo "provocatore" del lago. Ma
è Nishi-San (il protagonista interpretato dallo
stesso Kitano) quello che lascia il segno; Nishi è un
"Ronin" del nostro tempo, un samurai senza padrone (con le
fattezze di Harvey Keitel), che per aiutare la serie di
sfortunati del film - il collega costretto sulla sedia a
rotelle, la famiglia del giovane poliziotto ucciso, la
moglie ammalata - prima si rivolge a degli strozzini yakuza
e quindi rapina un a banca, in una memorabile scena che ci
viene mostrata attraverso le telecamere a circuito chiuso
della banca stessa.
Il finale fa gioire tutti coloro che hanno visto il
decadere di un altro (ex) grande cineasta quale John Woo
che, sicuramente, avrebbe potuto risparmiarci il finale
mieloso del suo Face
off.
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