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Garage Olimpo
Anno: 1999
Regista: Marco Bechis;
Autore Recensione: Andrea Lojoli
Provenienza: Argentina; Francia; Italia;
Data inserimento nel database: 08-06-1999


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Garage Olimpo
di Marco Bechis

Stupendo film dell'italo-argentino Marco Bechis, che copre il periodo nel quale, durante la dittatura militare in Argentina, cominciarono a sparire migliaia e migliaia di persone (desaparecidos) che lottavano contro il regime o, solo perché conoscevano od erano amici di questi ultimi.
Un episodio gravissimo nella storia della razza umana, da non dimenticare, come quello passato per la razza ebraica e più recentemente nella ex-Jugoslavia. Dal 1976 al 1982, scomparvero circa 25.000 persone, sotto il regime militare argentino e Bechis attraverso le vicende che accadono a Maria Fabiani, un nome a caso un simbolo per tutti, ci illustra per filo e per segno come sono andati i fatti. Maria, interpretata dalla bravissima Antonella Costa, una ragazza di 19 anni, impegnata politicamente, lavora come maestra nelle bidon-villas di Buenos Aires. Vive in una grande casa, con sua madre Diane (Dominique Sanda) e con Felix, coinquilino a cui Diane ha affittato una stanza, innamorato di Maria ma non corrisposto. Un giorno Maria viene rapita dall'esercito argentino e portata al Garage Olimpo, uno dei numerosi luoghi di tortura, nascosto nel cuore di Buenos Aires. E' l'inizio di un incubo che non lascia spazio a nessuna speranza di svegliarsi.

Anche egli vittima del regime, Marco Bechis fu costretto a lasciare l'Argentina nel 1977, all'età di 20 anni, per ragioni politiche. Da qui la necessità, finalmente esaudita, di questo ottimo film-denuncia, sui crimini commessi dal regime militare.
Serrato, teso, il film non lascia spazio per riprendere fiato, mentre nello stesso tempo, fa in modo che si riescano a metabolizzare tutti gli eventi, i passaggi di tempo sottolineati dalle bellissime sequenze aeree sulla città di Buenos Aires, ad indicare come nonostante quello che sta accadendo, in un sotterraneo chiamato Garage Olimpo, all'esterno la vita continua normalmente, come al solito. Proprio questo contrasto tra luce esterna e buio interno, tra libertà e schiavitù, tra spazi aperti e chiusi è una delle cose pi belle del film, differenzia nettamente due mondi, che coesistono nella stessa città.
Sconvolgente, agghiacciante, ma veramente stupendo. Assolutamente da non perdere.