Derrida sdraiato sui ciottoli nella contemplazione del mare/Di nuovo Derrida che rivivrebbe tutto ma senza ripetere líidentico, Derrida e le/i fini infiniti/e dellíuomo, la morte come líimpossibile che dà possibilità e senso alla vita, scrittura come il mare immenso da sempre e fintamente immutabile. Ma questa è uníaltra storia (avete mai amato alla follia, da bambini ripetitivi, la storia infinita che appunto infinita era nella sua assenza del reale, segnato dal rosso e dal verde del dentro e del fuori del libro, entrambi dentro il vostro libro e dalle infinite divagazioni, a cui Derrida peraltro conduce, le mille divagazioni che vi lasciavano con líinsoddisfazione dellíaffermazione dellíautore, che poi magari mica esiste, Michel Ende "questa è uníaltra storia e ve la racconterò uníaltra volta"? Ma quando mai sarò questíaltra volta?) e ve la racconterò uníaltra volta oppure ve la leggerete sempre e di nuovo voi da qualche parte, anche perché díaltronde Derrida ti obbliga a ripetere.
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