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considerazioni interdisciplinari a cavallo tra cinema e filosofia
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D'ailleurs, Derrida
di Safaa Fathy - Egitto - 2000 - VC
Festival del cinema africano di Milano

  • D'altronde Derrida
  • Del resto Derrida
  • Di tutti i Derrida
  • D'altrove Derrida
  • Dappertutto Derrida
  • Da dentro Derrida
  • D'altro Derrida
  • Dell'impossibile Derrida
  • Dell'indicibile Derrida
  • Dei delitti e delle pene di Derrida
  • Di nuovo Derrida
  • Perché la frontiera che Derrida ha marcato come impossibile è anche quella tra vita e pensiero, tra letteratura e filosofia, tra performance teatrale e realtà. La decostruzione esposta in letteratura, si espone ora nel teatro dellíimmagine, rappresenta la sua rappresentazione (e comunque un poí di narcisismo di Derrida non va nascosto, fin da Ghost Dance,film del 1983 di Ken McMullen, dove il nostro interpretava sé stesso)

    Derrida è nato e vissuto ad Algeri poi se ne è andato, prodotto del postcolonialismo obbligato al nomadico come tutti noi visto che siamo privi di origine assoluta e siamo in perenne metamorfizzazione, come un moschea trasformata in sinagoga sotto lo stesso Dio, o come la Mezquita di Cordoba riempita della chiesetta cattolica di Carlo V.

    Derrida migrante e dunque ospite che si accetta e ti accetta, migrante di luoghi e di pensieri, uno che con la sua facciotta e il suo ciuffo seriosi riesce ad affermare che se sapesse dove sta andando non muoverebbe un passo per andarci, e infatti scrive di odiare case e focolari e dunque per sillogismo illogico non fa altro che cercarli e costruirli ovunque vada, perché non cíè che un altro ovunque.