D'ailleurs, Derrida di Safaa Fathy - Egitto - 2000 - VC Festival del cinema africano di Milano
Derrida contempla strani strumenti medicali
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La circoncisione indica che se il prepuzio è tolto da sempre (da ogni immagine e parola, che dunque non faranno che ripresentarne líassenza) allora il fallologocentrismo non può innalzare il suo potere e sapere, líuno è inciso, il pene è una ferita, una vagina e non si può unire allíaltro per formare la mitologica unità originaria; la circoncisione impedisce il gioco religioso e psicoanalitico di colpe e rimosso originari, che intaccano perfezioni poi inutilmente e costosamente ricercate, e che si calamitano intorno a questo centro fittizio che la filosofia e le religioni cercano di riempire di senso quando è solo un buco di realtà.
Ci invadono immagini di oggetti cronenberghiani ginecologici, gli strumenti ebraici della religione di Derrida, che marchiano dallíinizio il corpo aperto e poi rendono possibile solo la circonfessione, sul modello agostiniano del dialogo alla madre che ci ha generato, la madre originaria come differenza sessuale dentro di noi. "Avrei voluto dire a mia madre che nessuno era più felice di me, ma se sono rimasto triste allora la mia frase non può che cadere"
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Líindicibile è la vita aperta e ferita dallíinizio, circoncisa, che incorpora il fuori e non dà più un fuori e dentro, un prima; líopus magnum sulla circoncisione non vedrà mai la luce, resterà a mai scritta pena perderla, ma non scritta resta come traccia che agisce nei margini del reale.
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