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Future Film Festival
Bologna, 21/25 gennaio 2000

 

 

Lunedì 24 gennaio 2000

Incontro con Mark Lohff, vice presidente degli uffici europei della della Digital Domain e anteprima di making of dei lungometraggi realizzati dalla casa di produzione americana

"La Digital Domain è stata creata nel 1993 da Stan Winston, Scott Ross e James Cameron. Scopo di queste tre persone era l'utilizzo e l'assemblamento di tutte le possibilità che le nuove tecnologie potevano offrire, al fine di raggiungere un determinato risultato.
"Cameron, per esempio, nella progettazione di 'Titanic' voleva che gli effetti speciali rispondessero ad un'esigenza di coerenza storico-realistica: la nave doveva essere il Titanic, e non una nave qualsiasi travestita da Titanic. Naturalmente è stato necessario un grandissimo lavoro per arrivare al fotorealismo totale che il regista richiedeva.
" Probabilmente la realizzazione più onerosa è stata quella delle scene con l'acqua: a tale scopo è stato riadattato un software usato dalla marina militare.
"E' stata usata la tecnologia digitale anche per creare le scene di massa: la sequenza iniziale con la partenza della nave è stata girata con una ventina di comparse che sono state moltiplicate digitalmente.
"L'uso della tecnologia digitale c'è stato poi di grande aiuto per integrare e assemblare le scene: si sono usati modelli di varie grandezze, sia della nave che delle parti di questa (ndr: Lohff ci mostra un filmato molto suggestivo dove viene mostrata, per esempio, la costruzione della scena in cui i corridoi della parte bassa della nave cominciano a riempirsi di acqua: è stato usato un modello in scala ridotta poi integrato perfettamente nelle immagini con gli attori).

"Tuttavia non bisogna credere che la Digital Domain sia votata verso il fotorealismo, perché le aree aperte allo sviluppo sono tante. Per esempio ora come ora stiamo lavorando su un progetto basato su un famoso libro americano per bambini, dove le immagini saranno per lo più fantastiche.
"La tecnologia digitale permette anche di ricreare perfettamente un ambiente, sia perché spesso risulta essere più economico della ricostruzione in un set, sia perché è magari difficile muoversi liberamente nei posti che servono da sfondo alla storia narrata: è stato per esempio il caso di 'Kundun' e de 'L'angolo rosso' (ndr: ci vengono mostrate le immagini. in "L'angolo rosso" si vede chiaramente come il fondale sia dato da foto di Pechino poi animate digitalmente).
"Un lavoro molto interessante è stato poi quello della ricostruzione dell'interno del cervello nei titoli di testa di 'Fight Club'.
"Da una idea di Cameron anche la realizzazione di un filmato 3D per gli Universal Studios, una sorta di seguito di 'Terminator II', con attori in carne ed ossa che entrano ed escono dallo schermo. Un lavoro molto difficile, che prevedeva l'uso tre schermi, attori, grafica 3D e animazione live (ndr: Lohff conclude mostrandoci altri filmati assai suggestivi, sulla lavorazione di "Intervista col vampiro", "Apollo 13", "Armageddon" e "Supernova", un nuovo progetto in fase di realizzazione).

(Mark Lohff)

Incontro con Bruno Bozzetto e proiezione del film "Allegro non troppo", 1976

Peccato che una mente così piena di fantasia e con tanta voglia di raccontare storie abbia girato così pochi lungometraggi. Peccato soprattutto se si considera quanto povero sia il settore "animazione" nel nostro paese. Rivedere e distanza di anni un capolavoro come "Allegro non troppo" è una vera gioia per gli occhi, ed una decisa conferma che, se non si sa raccontare una bella storia, neanche l'animazione più sofisticata può arrivare al cuore.

Archivio:
1999