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Future Film Festival
Bologna, 21/25 gennaio 2000

 

 

Sabato 22 gennaio 2000

Proiezione del film "Toy Story 2" di John Lasseter


Incontro con Dylan Brown, della Pixar Animation Studios, direttore dell'animazione di "Toy Story 2"

Dylan Brown, giovanissimo, inizia l'incontro raccontandoci della sua passione per i computer, dei suoi primi tempi di lavoro alla Pixar Animation dove ha iniziato a lavorare nel 1995, e della sua partecipazione a "A Bug's Life" e a "Toy Story 2", dove ha svolto il ruolo di direzione dell'animazione.

"La differenza tra animatore e direttore dell'animazione è che quest'ultimo segue il processo in tutte le sue fasi dall'inizio fino alla fine, svolgendo quasi il ruolo di supervisore.

"Il lavoro inizia dagli storyboard - si cerca in primo luogo di definire le tempistiche di sviluppo di lavorazione del film. Poi ci si avvia alla realizzazione dei modelli scultorei che vengono posizionati nella scena prima che si inizi il lavoro vero e proprio di animazione. Il sound file (il sonoro, comprensivo delle voci degli attori) viene inserito in questo momento. La voce degli attori viene registrata prima dell'animazione vera e propria dei personaggi, perché ci permette di adeguare ad essa le espressioni dei personaggi, la loro mimica, la loro gestualità (ndr: a prestare la voce a Willie è Tom Hanks). Si studia anche la posizione di ogni singola luce, proprio come se si fosse su un set cinematografico vero e proprio. Infine si montano le diverse fasi tutte insieme (ndr: mentre Dylan Brown parla, ci viene mostrata sullo schermo la realizzazione della prima scena del film prima nelle sue singole fasi - i disegni, il posizionamento delle sculture, l'inserimento del sonoro insieme a queste - infine nella sua realizzazione finale).

"Ogni personaggio è come una marionetta collegata al computer da uno speciale software, ed ogni singolo movimento, anche quello all'apparenza più insignificante, è controllato da un comando (ndr: Brown ci mostra la trisciata dei comandi che servono per manovrare Willie, ed è impressionante vedere che trattasi di un rotolo di carta lunghissimo).

"Durante la fase di animazione capita di inserire dei ritocchi a mano per conferire maggiore naturalezza ai movimenti dei personaggi, perché quelli garantiti dal computer sono fluidi ma spesso troppo meccanici e lineari. I movimenti sono molto importanti perché spesso servono per rendere ad una prima occhiata quali sono le vere emozioni dei personaggi, prima ancora che l'occhio cada sul viso.

"Si fa anche molto uso di modelli sostitutivi, appena sbozzati (ndr: a video risultano di colorazione verde), senza un volto disegnato, per concentrarsi meglio sui movimenti del corpo e perché trattandosi di modelli a bassa risoluzione si sveltisce il lavoro.

"Il procedimento in realtà non è troppo diverso a quello della scultura nel marmo: prima si sbozza il corpo, poi si scende nei particolari."

(Dylan Brown)

Proiezione del film "Hakuchi", di Makoto Tezka

Archivio:
1999