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Shrek Anno: 2001 Regista: Andrew Adamson; Vicky Jenson; Autore Recensione: Federica Arnolfo Provenienza: USA; Data inserimento nel database: 23-05-2001
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Shrek
A qualche mese dall'uscita
di "Monsters Inc." riprende la mai sedata sfida tra la PDI/Dreamworks
Production e la Pixar Animation. A gettare il primo sasso nello stagno è
proprio la Dreamworks con "Shrek", irriverente film d'animazione che
si diverte a prendere le fiabe della tradizione e a rivoltarle come un calzino:
ecco così che l'eroe, il "principe azzurro" è un orco,
la spalla dell'eroe un asino parlante (qualcuno ha forse dimenticato Francis?
Peccato che il doppiatore italiano, per quanto bravo, non sia neanche paragonabile
alla carica vocale di Eddie Murphy), la principessa è una fanciulla tutt'altro
che dolce ed indifesa, il cattivo... una macchietta da quattro soldi. Ma non
ci si ferma qui: lungo la strada sfilano una serie di "cadaveri eccellenti",
da Biancaneve e i sette nani a Cenerentola, da Pinocchio a Cappuccetto Rosso,
alla Bella addormentata nel bosco.
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Dicevamo di Eddie
Murphy: che sia stato fatto un eccellente lavoro sulle voci dei personaggi traspare
dai trailer e dalle poche cose che girano in rete sul film. Non che, ripeto,
il doppiaggio italiano sia pessimo, anzi. Ma la genialata di due anni fa di
far doppiare Zeta (che nell'originale aveva la voce di Woody Allen) da Oreste
Lionello qui non si ripete, e qualcosa lungo la strada si perde.
Il lavoro (gigante) fatto sull'animazione invece parla una lingua internazionale,
ed è evidente come la Dreamworks sia evoluta rispetto a "Zeta la
formica", riuscendo a mettere in campo personaggi molto diversi tra loro.
Soprattutto sull'animazione facciale è stati fatto un gran lavoro: Shrek
soffre, si appassiona, mente e si arrabbia come fosse un essere umano in tutto
e per tutto (passano i secoli, ma il fine ultimo delle fiabe, l'antropomorfizzazione,
rimane quello). Ma anche gli oggetti (le foglie, il fango) presentano una cura
inaudita.
Infine, due parole
sulla "morale". Può mancare in una fiaba che si rispetti? No,
e non manca neanche qui, in questo affettuoso e scherzoso "bignami"
delle fiabe per bambini. Ma ci fermiamo qui, per non rovinare il piacere di
scoprirla da soli (in fondo, basta non dimenticare mai che "nulla è
quel che sembra").
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