L’ultimo
uomo della terra – Vento di Montagna. Ubaldo G. Ragona. 1964. ITALIA.
Attori: Vincent Price, Franca
Bettoja, Giacomo Rossi Stuart, Umberto Raho, Emma Danieli
Durata: 88’
Lo scienziato Robert Morgan da oltre tre anni, ogni giorno
che passa, deve affrontare la solita routine perché è l’ultimo uomo della
terra, a causa della diffusione di un virus che ha trasformato gli uomini in
vampiri. Costretto a rimanere sveglio la notte perché questi vogliono
ucciderlo, di giorno ne approfitta per fare rifornimenti di benzina, cibo e
pioli di legno con i quali dà la caccia ai vampiri sterminandoli quando li
trova sulla sua strada. Un giorno però gli capita di incontrare una donna dalla
quale scopre l’esistenza di un gruppo di uomini sopravvissuti al contagio che
si sta riorganizzando in una nuova società. La donna gli confessa però anche
che questo gruppo di sopravvissuti ha condannato a morte proprio Robert Morgan
perché al posto di impegnarsi a trovare una soluzione per fermare l’epidemia
l’uomo si è curato solo di sterminare i non vivi, che altrimenti avrebbe potuto
salvare. Nonostante egli sia immune e possa, con il suo sangue, salvare almeno
coloro che gli danno la caccia, è braccato ed ucciso dalla nuova società.
Traendo ispirazione da I am a legend, un racconto
di Richard Matheson, il regista italiano realizza forse uno dei primi film del
filone new horror basati sull’idea del contagio, del vampirismo e della
ricostruzione della società. Anticipatore di una serie di modelli che,
soprattutto in America renderanno prolifica la nuova tendenza horror, L’ultimo
uomo della terra può considerarsi la versione cattolica del genere: Vincent
Price in chiesa, sull’altare, rappresenta l’ultima speranza per la nuova
società di sopravvivere ed invece è ucciso. L’ultimo uomo della terra è, dice
il film, uno pseudo messia scientifico condannato a morte da una società
immunizzata che si sta riorganizzando. Girato a Roma, in zona EUR, la pellicola
è così efficace da non poter essere trascurata la sua funzione ispiratrice per
quello che è considerato uno dei capolavori del new horror, La notte dei
morti viventi (1968) di George A. Romero (scena delle banconote che, ormai
inutili, svolazzano per le deserte strade della città). De L’ultimo uomo sulla
terra comunque esiste un remake ufficiale (tratto dallo stesso romanzo cioè) ed
è 1975: Occhi bianchi sul pineta terra (1971) di Boris Sagal. Non
perfettamente scorrevole (gli uomini immuni condannano a morte Morgan perché
stermina i vampiri, ma loro stessi ne sterminano parecchi poco prima della
caccia finale) il film è comunque un ottimo esempio di cinema apocalittico
italiano. Nella versione per il mercato statunitense il film risulta firmato
dal regista Sidney Salkow.
Bucci Mario
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