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L’ultimo uomo della terra – Vento di Montagna
Anno: 1964
Regista: Ubaldo G. Ragona;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Italia;
Data inserimento nel database: 12-11-2004


La grande guerra

L’ultimo uomo della terra – Vento di Montagna.  Ubaldo G. Ragona. 1964. ITALIA.

Attori: Vincent Price, Franca Bettoja, Giacomo Rossi Stuart, Umberto Raho, Emma Danieli

Durata: 88’

 

 

Lo scienziato Robert Morgan da oltre tre anni, ogni giorno che passa, deve affrontare la solita routine perché è l’ultimo uomo della terra, a causa della diffusione di un virus che ha trasformato gli uomini in vampiri. Costretto a rimanere sveglio la notte perché questi vogliono ucciderlo, di giorno ne approfitta per fare rifornimenti di benzina, cibo e pioli di legno con i quali dà la caccia ai vampiri sterminandoli quando li trova sulla sua strada. Un giorno però gli capita di incontrare una donna dalla quale scopre l’esistenza di un gruppo di uomini sopravvissuti al contagio che si sta riorganizzando in una nuova società. La donna gli confessa però anche che questo gruppo di sopravvissuti ha condannato a morte proprio Robert Morgan perché al posto di impegnarsi a trovare una soluzione per fermare l’epidemia l’uomo si è curato solo di sterminare i non vivi, che altrimenti avrebbe potuto salvare. Nonostante egli sia immune e possa, con il suo sangue, salvare almeno coloro che gli danno la caccia, è braccato ed ucciso dalla nuova società.

Traendo ispirazione da I am a legend, un racconto di Richard Matheson, il regista italiano realizza forse uno dei primi film del filone new horror basati sull’idea del contagio, del vampirismo e della ricostruzione della società. Anticipatore di una serie di modelli che, soprattutto in America renderanno prolifica la nuova tendenza horror, L’ultimo uomo della terra può considerarsi la versione cattolica del genere: Vincent Price in chiesa, sull’altare, rappresenta l’ultima speranza per la nuova società di sopravvivere ed invece è ucciso. L’ultimo uomo della terra è, dice il film, uno pseudo messia scientifico condannato a morte da una società immunizzata che si sta riorganizzando. Girato a Roma, in zona EUR, la pellicola è così efficace da non poter essere trascurata la sua funzione ispiratrice per quello che è considerato uno dei capolavori del new horror, La notte dei morti viventi (1968) di George A. Romero (scena delle banconote che, ormai inutili, svolazzano per le deserte strade della città). De L’ultimo uomo sulla terra comunque esiste un remake ufficiale (tratto dallo stesso romanzo cioè) ed è 1975: Occhi bianchi sul pineta terra (1971) di Boris Sagal. Non perfettamente scorrevole (gli uomini immuni condannano a morte Morgan perché stermina i vampiri, ma loro stessi ne sterminano parecchi poco prima della caccia finale) il film è comunque un ottimo esempio di cinema apocalittico italiano. Nella versione per il mercato statunitense il film risulta firmato dal regista Sidney Salkow.

 

 

Bucci Mario

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