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Re-animator
Anno: 1985
Regista: Stuart Gordon;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 27-09-2005


La grande guerra

Re-animator. Stuart Gordon. 1985. USA.

Attori: Jeffrey Combs, Bruce Abbott, Barbara Crampton, Robert Sampson, David Gale

Durata: 86’

 

 

Svizzera. La polizia sfonda in una stanza di un ospedale attirata da strane urla e vi trova il giovane studente Herbert West con il suo professore Gruber, al quale esplodono gli occhi. Arkansas. Lo studente svizzero è introdotto in un facoltoso ospedale dove insegna il professor Carl Hill, scienziato che nel passato aveva plagiato proprio le teorie di Gruber. West va a vivere in casa dello studente Daniel Cain, fidanzato con Megan Halsey, figlia del rettore della facoltà. I due fidanzati sono un po’ preoccupati per il carattere del nuovo inquilino ed un giorno scoprono entrambi che quello ha resuscitato il gatto di Daniel. West dice loro la verità, che sta studiando cioè un siero in grado di riconsegnare l’attività cerebrale ai morti. Daniel si lascia convincere della validità degli studi, ma quando ne parla con il rettore è espulso dal corso. I due ragazzi s’introducono nell’obitorio e provano il siero su un cadavere che, rianimatosi, li aggredisce ed uccide il padre di Megan una volta sopraggiunto. I due studenti iniettano il siero anche nel rettore che, una volta di nuovo in vita, è accusato da loro di tutto quello che è accaduto nell’obitorio. È affidato alle cure del professor Hill il quale, scoperto lo zampino degli esperimenti di West, lo ricatta per avere la formula del siero. West lo decapita e dopo avergli iniettato il siero viene colpito a sua volra. Nel frattempo Daniel e Megan, recatisi nello studio di Hill, scoprono che il padre è stato lobotomizzato. West si riprende dal colpo subito e scopre che Hill gli ha sottratto tutto gli appunti e il siero. Il medico infatti, tornato nel suo studio, ordina al padre di Megan di rapire la figlia e di riportarla nello studio dove, una volta imbracata e denudata, prova ad abusare di lei. L’arrivo dei due giovani studenti blocca Hill che gli lancia contro tutti i morti che ha rianimato e lobotomizzato, e che ha in suo potere. Il  padre di Megan si mette dalla loro parte e schiacciando la testa decapitata di Hill, blocca la maggior parte dei morti lobotomizzati. Nella lotta generale, West rimane vittima delle budella del professore, mentre Megan viene strozzata da un ultimo morto vivente rimasto in circolazione nell’ospedale. Portata sul tavolo operatorio la ragazza sopraggiunge ugualmente morta. Daniel decide di usare il siero anche su di lei.

Esordio dietro la macchina da presa per un regista che, grazie soprattutto a Brian Yuzna nelle vesti di produttore, realizza il suo miglior film nonché una pietra miliare del genere splatter. Fiumi di sangue e brandelli di carne, infatti, rendono questo film un vero cult per appassionati del cinema anatomico, ispirato tra l’altro ad un racconto dello scrittore Howard Philip Lovercraft, Herbert West – Re-animator. Mantenendo alcuni degli aspetti classici del genere (il carattere dei due scienziati pazzi, il laboratorio nascosto, il crescendo delirante) il regista opera una sorta di altrettanto febbricitante modernizzazione della figura del dottor Frankenstein, dove a sfidarsi sono in due, ed i cui ruoli si scambiano spesso in un gioco di continuo rimando che culmina nella scelta da parte di Daniel (che sembrava aver preso le distanze da Hill e West) di continuare con il siero. Il film in quanto tale dunque non è malaccio, si apre e si chiude in maniera circolare (a parte il breve prologo in Svizzera), è girato con parecchi soldi alle spalle (sia negli ottimi effetti speciali che nelle possibilità visive, piene di carrelli e dolly), ma ha una struttura narrativa arrabattata e frettolosa, arricchita di soluzioni provocatorie che lo rendono ancor più confuso e delirante (la tentata violenza di Hill su Megan per esempio). Più vicino alle corde del successivo Bad taste (1987) del neozelandese Peter Jackson, con il quale apre le porte all’horror più truculento, volgare e grottesco, che a quelle di precursori cui lo stesso film sembra a volte rivolgersi, come George A. Romero o Roger Corman. Per certi versi, la struttura narrativa sembra essere stata ripresa completamente dal film Cimitero vivente (1989) di Mary Lambert, sceneggiato dallo scrittore Stephen King: dal gatto ai morti viventi, attraverso un crescendo isterico e truculento, in nome della vita oltre la morte. Il film di Gordon fu premiato al Festival del cinema fantastico di Roma e fu seguito da un sequel, Re-animator 2 (1990) diretto dallo stesso Brian Yuzna. Qualcosa di simile al dottor Hill che senza testa riesce ad aggredire West, si era visto ne La casa (1983) di Sam Raimi, quando l’attore Bruce Campbell ha che fare con il corpo decapitato della sua ragazza.

 

 

Bucci Mario

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