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Con Air
Anno: 1996
Regista: Simon West;
Autore Recensione: Luca Aimeri
Provenienza: USA;
Data inserimento nel database: 05-11-1997


 Con Air (id.), di Simon West. Sceneggiatura, Scott Rosenberg. Fotografia, David Tattersall. Prod., Jerry Bruckheimer. Con Nicholas Cage* (Cameron Poe), John Malkovich (Cyrus the Virus Grissom), John Cusak (US Marshal Vince Larkin), Steve Buscemi (Garland the Marietta Mangler Greene), Ving Rhames (Nathan Diamond Dog Jones), Colm Meaney.

Con Air, abbreviazione di Convicted Air: è una linea aerea speciale, di massima sicurezza, che viene utilizzata per i trasferimenti dei carcerati. Cameron Poe, con in tasca un foglio di rilascio delle patrie galere dopo otto anni di galera per omicidio, è su quell'aereo insieme ad una dozzina dei criminali più pericolosi degli States... La loro cattiveria è direttamente proporzionale alla ricercatezza del soprannome. Ma il più pericoloso e sanguinario (anche più cattivo di Nathan "Diamond Dog" Jones che, a quanto dice, "ne ammazza più del cancro") è sicuramente Cyrus Grissom noto nell'ambiente come "Il Virus". Perché uno in procinto di scarcerazione viaggi sul medesimo aereo con la quintessenza della criminalità, non ci è dato sapere: ma in "Con Air" bisogna mettere da parte la logica, e lasciarsi travolgere dagli eventi. Come prevedibile, per quanto ingabbiati, incatenati, ammanettati mani e piedi, qualcuno pure imbavagliato perché rumoroso.... come prevedibile, si diceva, i pittoreschi elementi del bestiario volante hanno un piano di evasione (anzi un piano A, un piano B ecc.): sotto il comando dell'efficiente Virus dirottano l'aereo e... in realtà, a questo punto, della loro progettualità si iniziano a perdere le tracce - che scompaiono poco dopo: non resta che l'incalzare di un'azione ridotta ai suoi termini più essenziali, tanto da perdere le linee di direzione e sviluppo dell'agire stesso. Con Air non è il classico film action: è radicale (e come tutti i lavori radicali o piacciono o disgustano, senza mezzi termini). L'action pur nella sua natura puramente spettacolare, anche nei casi di maggiore non-credibilità è sempre stata impostata - come ogni film narrativo classico - sui binari di una più o meno rigida "verosimiglianza relativa": all'esagerazione corre parallelo un rigore interno, una coerenza ed una logica che rendono credibili in "quel" mondo, in "quel" frangente, per "quell'"eroe, certe avventure; inoltre, la premessa drammatica affonda spesso le radici in una possibile "realtà" - una situazione magari insolita, ma non del tutto impossibile. "Con Air" viaggia su tutt'altra rotta: la logica del meccanismo "causa-effetto" è sostanzialmente trascurata, ignorata; le premesse sono improbabili ancora più degli esiti; se c'è una coerenza è quella del non essere coerente su tutta la linea... Addirittura rasenta la disintegrazione il concetto di plot: l'intreccio, come dicevamo, a poco a poco viene risucchiato dalla stessa azione che ha generato, ed il disorientamento conseguente non ha quasi il tempo di manifestarsi in dubbio tanto è abbagliante e frastornante la mole di informazione e di catastrofi e di effetti speciali che si riversa addosso allo spettatore in tempi sempre più serrati. La saturazione per moltiplicazione e stratificazione travalica completamente il concetto di organizzazione della materia drammatica secondo "alti e bassi emozionali" cui il genere ha abituato il "suo" pubblico: qui non viene rispettata la regola hollywoodiana che pretende "una scena d'azione ogni dieci minuti", mentre le altre sono progressioni e pause ristoratrici; in "Con Air" non ci sono pause, ma un semplice martellare incessante, una scalata verso un climax conclusivo che quando giunge passerebbe del tutto inosservato, se non fosse per la riconciliazione dell'eroe con la famiglia e lo scorrere dei titoli di coda. Il finale è un semplice punto-e-a-capo dopo un infinito periodo ipotattico, coeso, altamente involuto, ostico e confuso: to be continued, probabilmente. Hollywood rilegge a modo suo la lezione hongkonghese, dando corpo ad una sorta di meta-action che, se non passerà negli annali della storia del cinema, rappresenterà comunque un probabile punto di svolta all'interno di una Storia del Genere. Nel superconcentrato "Con Air" ci sono gli eventi narrativi di almeno tre-quattro film. I personaggi, da parte loro, costituiscono una galleria di tipi che può ben rappresentare un Storia del Villain. Ma quello che spiazza maggiormente in questo film - che forse non è del tutto azzardato definire "sperimentale" - è proprio lo stridente accostamento tra una struttura ed un'invenzione narrativa quasi parodistiche, una serie di personaggi-cliché ed il "prendersi sul serio" di questi ultimi: l'auto-ironia c'è, ma emerge sulla lunga distanza... In altri termini, all'inizio sembra solo di assistere ad un brutto film. Dopo (i primi) dieci minuti d'orologio nell'arco dei quali l'eroe torna dalla guerra (del Golfo?), si ricongiunge con la moglie, scopre di essere in procinto di diventare padre, picchia tre teppisti che importunano la sua compagna, ne uccide uno a mani nude, subisce un processo, viene condannato ad otto anni, li trascorre leggendo e facendo ginnastica, gli nasce una figlia con cui instaura un rapporto epistolare fittissimo, fa amicizia con un galeotto di colore, ottiene la scarcerazione "sulla parola", e viene imbarcato sul Con Air... dopo una decina di minuti siffatti inizia a sorgere il dubbio che il "pasticcio" sia volontario e non un incidente di percorso di uno sceneggiatore in crisi da iper-creatività. Ma, ripetiamo, è solo il prologo (e c'è materia sufficiente per un film a parte). Ed il campionario/campionamento di topoi va ancora oltre i personaggi, gli eventi, i dialoghi: in "Con Air" coesistono, senza soluzione di continuità nell'avvicendamento, i principali generi e sottogeneri action, dall'"action/adventure" più tradizionale al "war-film" all'"escape" carcerario, dal "western" al "disaster"... "Con Air" è un'antologia del Cinema d'Azione: l'entertainment elevato all'ennesima potenza, centrifugato, sminuzzato e ricomposto in un corpo sgraziato e mostruoso ma affascinante nella sua terribilità. Una creatura partorita dalla follia di un "cinema-sistema" che, come in cortocircuito, ritorna sui suoi passi: dalla computer graphic torna al profilmico... e per la collisione di un aereo contro un casino nel centro di Las Vegas opta per il realismo: e fa effettivamente schiantare il mezzo contro l'edificio (intanto, avrebbero dovuto demolirlo a giorni). Ecco: "Con Air" sta all'action come Las Vegas sta al singolo casinò... Stucchevole, ma per un paio di ore divertente e frastornante.