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Attori: Betsy
Palmer, Adrienne King, Harry Crosby, Mark Nelson, Laurie Bartram, Kevin Bacon
Durata: 95’
Titolo
originale: Friday the 13th
1958. Venerdì 13.
Camping Crystal Lake. Un gruppo di scout canta “Alleluia”. Una coppia
s’imbosca. La soggettiva dell’assassino. Muoiono entrambi. Un omicidio mosso
dal peccato compiuto. Titoli. Davvero basta solo l’inizio per capire che siamo
di fronte al primo vero clone del film Halloween: la notte delle streghe
(1978) di John Carpenter. Presente. Venerdì 13 giugno. Una ragazza diretta al
campeggio scopre quanto accaduto da un camionista che le dà un passaggio: nel
1957 un ragazzo era morto annegato e l’anno dopo c’era stato l’omicidio di due
ragazzi. Il campeggio a questo punto è oggetto di un assassino che massacra la
maggior parte degli ospiti, fino a che non si scopre che è Pamela Voorhess,
madre di Jason, il ragazzo annegato. L’unica superstite alla tragedia, sola in
barca nel lago, è tirata sott’acqua da Jason. A parte il finale, necessario per
lasciare che il personaggio diventasse uno dei più prolifici del cinema di
consumo, e comunque di forte impatto, il film procede lento verso un finale
capovolto che sa di Psyco (1960) di Alfred Hitchcock, e di tanto già
visto. Ciò che lo ha reso celebre nel genere slasher, è proprio l’accanimento
del regista sui due elementi fondamentali per il risultato commerciale finale:
più sangue (effetti speciali di Tom Savini) e più sesso. A questo si aggiunga
che l’uso sforzatissimo della soggettiva contribuisce ad affezionarsi
all’assassino e non alle vittime, permettendo quindi la sopravvivenza del
personaggio di Jason Voorhess. Il ritmo come si è detto è molto lento, ed a ciò
vanno aggiunti alcuni elementi gotici (il camionista/condottiero che mette in
guardia; il folle ubriaco che parla di maledizione) che appesantiscono,
nonostante la loro necessità narrativa, un linguaggio di per sé poco originale.
Tra il cast compare anche l’attore hollywoodiano Kavin Bacon, al quale è
tagliata la gola. Alcuni omicidi si concludono con una dissolvenza al bianco,
alla quale però non sembra consegnato un vero significato.