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1921 Il mistero di Rookford - The Awakening
Anno: 2011
Regista: Nick Murphy;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: UK;
Data inserimento nel database: 07-12-2011


“E’ dai vivi che dovete guardarvi non dai morti.” Le grandi tragedie umane lasciano, ogni volta, delle lesioni fisiche e materiali. Ma sono quelle psicologiche e interiori a durare per anni, frastornando intere generazioni alla ricerca di una pace impossibile. È necessario un trattamento intensivo per la sistemazione di tutti i dolori lasciati in sospeso. Non serve una vendetta; la necessità è di una consapevolezza ed un perdono. Nei cinque anni dal 1914 al 1919 l’Inghilterra crolla sotto il peso di un milione di morti a causa delle brutture della prima guerra mondiale e della spaventosa pandemia dell’influenza spagnola. Nessuna famiglia inglese è esente dall’angoscia e dalla sofferenza. L’animo umano di fronte a tante tragedia rimane sbigottito, inadeguato a trovare soluzioni per smorzare il dolore. La metafora di questa elaborazione luttuosa è descritta dal regista Nick Murphy nel film: 1921 - Il mistero di Rookford in originale The Awakening. Florence è una razionalista scrittrice inglese. È famosa tanto che: “In molte case il vostro libro si trova accanto a quello della Bibbia.” La sua attività è quella di smascherare le abili truffe paranormali. Svergogna una seduta spiritica per richiamare il figlio morto in guerra di una povera madre disperata. È convinta della bontà assoluta della prevaricazione della ragione su tutte le forme di superstizioni comprese quelle religiose: “Qualche bambino crede in babbo Natale, alcuni negli gnomi, alcuni perfino in Dio.” Per queste sue attitudini è chiamata a spiegare il mistero di un isolato college. È una classica scuola inglese, una specie di Hogwarts, è situata nella campagna inglese. Gli studenti sono agitati e spaventati per la presenza di un fantasma, uno studente morto tragicamente anni prima. Con la sua altezzosità Florence arriva nella scuola. Tutto sembra avere un raziocinio fino allo sconvolgimento della stessa scrittrice, allucinata da inquietanti apparizioni e dalla presenza di un fantasma bambino. Questi accadimenti dissestano il suo animo e la sua precedente volontà scientifica. Il film ha alcuni richiami al Il mistero di Sleepy Hollow di Tim Burton, cercando di avvicinare e di far sfidare la forma più oltranzista della razionalità a quella altrettanto fondamentalista della paranormalità. Nonostante l’apparenza ed il pensiero comune, i due pensieri si avvicinano fino a sfiorarsi, perché il raziocinio non comprende lo studio fondamentale del comportamento umano di fronte alla morte. È sempre la morte la causa da combattere. È impossibile da vincere perciò tutti sentono la necessità di avvicinarla utilizzando forme apparentemente alternative rispetto al positivismo. Queste forme distinte sono unicamente elaborazioni di pensiero e di lutti. Perciò Florence non dovrebbe sminuire il suo pensiero, dovrebbe solo cercare di comprendere la sua mente e quella del palazzo maestoso della scuola. Entrandoci dentro, il suo pensiero è molto più vicino alla razionalità rispetto al suo punto di partenza. Il tutto ci è raccontato con un linguaggio molto semplice, quasi volutamente incapace di sviluppare forme alternative o di originali cifre stilistiche rispetto ai tanti classici del genere. La scuola immensa è abbandonata, senza contatti con l’esterno per il periodo delle vacanze. Al suo interno rimangono poche persone con caratteri diversi e personalità discordanti. Le riprese spesso sono al livello del pavimento. La musica è continua e predisposta ad un unico fine. La presenza dei fantasmi aiuta le apparizioni improvvise. I sobbalzi imperversano scatenati da rumori, suoni ed immagini veloci e repentine. Nulla di nuovo: la pallina scende dalle scali rumorosamente nel silenzio denso di paura della stanza. Anche la prevalenza diafana della luce, la lentezza delle foglie della campagna circostante sono messaggi ripetuti per scrutare la solitudine e il senso di abbandono degli uomini. Rimane soltanto un susseguirsi di metaforiche presenze, come una casa delle bambole, forme apparenti di esistenze, fino allo scatenarsi della ragione e della volontà liberatrice. L’elaborazione del lutto avviene con la comprensione del passato, della conoscenza e della consapevolezza. Con questo metodo la scuola sarà libera. Eppure il disagio rimane perché a soffrire non è solo la scuola ma l’intera società inglese. Un mondo pieno di spiriti da liberare e di tanta sofferenza da lenire anche con esperienze mistiche. Il risultato finale è un pizzico di noia e di leggera consuetudine linguistica: il pensiero e l’azione conseguente sono semplici e ritmati da contingenze scontate.