L’esperimento
del dottor K. Kurt Neumann. 1958. USA.
Attori: David
Hedison, Patricia Owens, Herbert Marshall, Vincent Price, Kathleen Freeman
Durata: 94 min.
Titolo
originale:
The fly
Montreal. Laboratori della
Elettronica Delambre. Il custode scopre Elen Delambre che si allontana dalla
pressa sotto la quale c’è il corpo di un uomo. Poco dopo la donna chiama il
cognato Françoise Delambre e si accusa dell’omicidio del marito Andrè. A sua
volta, il fratello del morto, si rivolge all’ispettore di polizia. Morto con la
testa schiacciata sotto la pressa, Françoise riconosce il cadavere del fratello
da una cicatrice sulla gamba. Interrogata, Elen si continua ad accusare
dell’omicidio ma non svela il perché. Controllato anche il laboratorio privato
di Andrè, completamente distrutto, i due uomini non vengono a capo di un
movente. Messa sotto osservazione da un’infermiera del commissariato, Elen ha
una crisi quando quella uccide una mosca nella stanza dove lei riposa. A cena
con suo zio Françoise, Filippo, figlio della coppia, gli parla di una mosca
dalla testa bianca che la madre sta cercando da giorni. Insospettito, Françoise
torna dalla cognata e affermando di aver trovato quella mosca ma, bluffando,
riesce a convincerla a raccontare quanto accaduto, in cambio dell’uccisione
della mosca dalla testa bianca. Viene chiamato anche l’ispettore. Elen racconta
che qualche mese prima Andrè le aveva mostrato il nuovo laboratorio che aveva
costruito ed anche un esperimento di trasporto della materia effettuato con un
piattino di ceramica. La moglie, un po’ spaventata, gli aveva fatto notare però
che la macchina era ancora incompleta perché riproduceva l’oggetto al
contrario. Dopo diversi esperimenti, prima con un giornale e poi con Isabelle,
il gatto di famiglia che rimane disintegrato, anche Elen deve ammettere che la
macchina che ha inventato suo marito è finalmente funzionante. La sera in cui
Andrè si decide a mostrare la macchina a suo fratello Françoise, qualcosa va
storto e la moglie trova il laboratorio chiuso ed un messaggio del marito che
la informa di aver provato il trasporto del suo stesso corpo, sul quale è però
intervenuta la presenza di una mosca che ha alterato l’esperimento. Le domanda
di aiutarlo cercando una mosca dalla testa bianca grazie alla quale potrebbe
tornare ad avere un corpo normale. Madre, figlio e governante provano
disperatamente a catturare quella mosca, ma alla fine sfugge. Andrè, venuto a
conoscenza della possibilità sfumata, decide di suicidarsi ma la moglie lo
convince a tentare un’ultima volta l’esperimento, al termine del quale però
ella vede la sua testa da mosca. Disperato, Andrè decide prima di distruggere
il laboratorio e di bruciare gli appunti e poi chiede alla moglie di ucciderlo
sotto la pressa del laboratorio della Elettronica Delambre. Al termine del
racconto, l’ispettore non crede ad Elen e fa chiamare i medici del manicomio.
Mentre stanno per condurre via la donna, sopraggiunge il piccolo Filippo che
dice di aver trovato la mosca che la madre stava cercando impigliata in una ragnatela.
Françoise e l’ispettore vanno sul posto e vedono una mosca con la testa di
uomo, preda di un ragno. L’ispettore uccide entrambi gli insetti e, sentendosi
sia colpevole di omicidio che non creduto in una possibile spiegazione, decide
di scrivere sul proprio rapporto che quello di Andrè si è trattato di suicidio.
Prendendo spunto da un racconto
di George Langelaan, riscritto dal romanziere James Clavell, Kurt Neumann mette
in scena forse uno dei film di genere fantascientifico più atipici nel panorama
cinematografico. Costruita sul segreto custodito da Elen, L’esperimento del
dottor K. è una storia che mischia elementi del giallo (il caso da
risolvere) a quelli del noir (il perché di quell’omicidio), elementi della
fantascienza (la mutazione ed il progresso) a quelli del melodramma (la triste
figura della moglie innamorata che non riesce ad aiutare il marito). Leggibile
anche come una critica cattolica al senso della vita (“Sarebbe buffo se la
vita non fosse sacra”) la pellicola si conclude con una più generale e
moralistica critica alla scienza: la ricerca della verità (dice sul
finale Françoise) è il lavoro più importante, ma anche il più pericoloso.
La figura dello scienziato, infatti, è divisa tra due fratelli, uno che incassa
guadagni dalle scoperte ed uno che è l’artefice di queste, ma che è sua volta
diviso in una doppia personalità, umana e geniale (quella di Andrè), mostruosa
ed aggressiva (quella della mosca). Infine, un colpo di genio nella
sceneggiatura: l’affermazione della governante, che dice di non aver mai visto
la mosca dalla testa bianca, sebbene sia Elen che il figlio la rincorressero
sotto i suoi occhi, mette in discussione quasi tutta la pellicola e viene ad
essere confutata invece, pochi istanti prima del finale, nel quale viene messo
in discussione anche l’omicidio secondo il diritto penale (l’ispettore si crede
assassino perché ha ucciso una mosca con la testa di uomo). La scena in cui
Patricia Owens vede David Hedison con la testa di mosca ed è da lui guardata
attraverso la soggettiva del mostro-insetto è uno dei grandi momenti nel
cinema di spavento (il Mornadini – Dizionario dei film 2004) anche perché
contribuiscono a creare orrore sul personaggio la normalità nella quale nasce
la tragedia (non più lo scienziato pazzo, ma la famiglia Delambre) nonché il
fatto che per quasi tutta la pellicola, a causa del Codice Hays, la testa
rimaneva coperta da un velo nero. Due
sequel: La vendetta del dottor K (1959) di Edward L. Bernds e The
Curse of the Fly (1965) di Don Sharp ed inedito in Italia; un remake: La
mosca (1986) di David Cronenberg.
Bucci Mario
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