Secret défense (Strettamente riservato)
di Jacques Rivette; sceneggiatura Pascal Bonitzer, Emmanuelle Cuau, Jacques Rivette; fotografia William Lubtchansky; montaggio Nicole Lubtchansky; scenografia Manu de Chauvigny; costumi Anne Autran; musica Jordi Savall; suono Eric Vaucher; interpreti Sandrine Bonnaire (Sylvie), Jerzy Radziwilowicz (Walser), Laure Marsac (Véronique/Ludivine),
Grégoire Colin (Paul), Françoise Fabian (Geneviève); produttori Martine Marignac, Maurice Tinchant; produzione Pierre Grise Productions, La Sept, T&C Film, Alia Films; origine Francia-Svizzera-Italia, 1997, colore, 35 mm., 170'
Davanti a un film di Rivette, non si può fare a meno di concentrare l'attenzione sulla grammatica delle sue opere. C'è una storia, un intreccio forte, perfettamente costruito, sviluppato con precisione matematica, con una virtù, una pazienza sconosciute a molti cineasti delle nuove generazioni. La vecchia guardia di cineasti a Taormina - penso a Rocha a De Oliveira si fa ammirare per queste perfette geometrie che sanno di antico, ma che rivelano la matrice letteraria, per queste scansioni romanzesche, per le collocazioni solide nei perimetri del genere, in una parola ciò che colpisce è il sapore classico di queste pellicole ancorché sviluppino nello stesso tempo temi attuali e questo riguarda soprattutto Rivette. Secret Defense è un giallo thriller, il cui materiale pertinente alla costruzione del genere si rivela quasi come una esercitazione colta il cui rito, il sapore, il piacere di riattraversarlo non stanca mai. Eppure al di là dei codici consueti Rivette sconfina con la sua propensione a diluire i tempi della visione, quasi ad aggiungere allo schema classico quel qualcosa in più che è il vuoto, i tempi morti, le pause, che aggiungono tensione alla storia, proprio nel momento in cui apparentemente la sospendono. Così siamo "costretti", ma con quale avidità dello sguardo, a "sorbirci" intere sequenze dove l'azione consiste nello spostamento dei personaggi da un luogo all'altro. La mdp sofferma l'attenzione sui treni della metropolitana, che sopraggiungono o lasciano le stazioni, le strade di Parigi e poi le campagne verdi della periferia. Alla fine queste immagini sono importanti quanto quelle d'azione anzi sospettiamo che siano ancora più significative delle scene in cui i personaggi si scontrano e la storia, quella "normale", riprende.