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Fantasmi del mattino - Vormittagsspuk
Anno: 1928
Regista: Hans Richter;
Autore Recensione: Mario Bucci
Provenienza: Germania;
Data inserimento nel database: 22-06-2006


La grande guerra

Fantasmi del mattino. Hans Richter. 1928. GERMANIA.

Attori: Werner Graeff, Walter Gronostay, Paul Hindemith, Darius Milhaud, Madeleine Milhaud, Jean Oser, Hans Richter

Durata: 8’

Titolo originale: Vormittagsspuk

 

 

Corrono le lancette di un orologio. Alcune bombette prendono il volo ed un uomo prova a fare il nodo al cravattino, inutilmente, perché anche questo vola via. Armeggia con una pistola, che si moltiplica. La stessa cosa capita ad altri uomini e altri oggetti diventano indipendenti fino a che i quattro uomini non si ritrovano a colazione, dove gli oggetti sembrano ritrovare la loro più giusta destinazione.

Realizzato a Berlino tra il 1927 ed il 1928, Fantasmi del mattino è un filmato sperimentale che nasce dal movimento più ampio delle avanguardie, e che ha origine nel movimento Dada (cui il pittore/regista era molto legato) ma si può inserire anche nella più ampia corrente del surrealismo. Tema principale del lavoro diretto dal tedesco Hans Richter è l’indipendenza degli oggetti dal loro abituale contesto, essi diventano liberi dal loro uso convenzionale, e gli uomini si ritrovano a rincorrerne il significato. Spunti visivi interessanti (soprattutto la sequenza in cui i quattro uomini svaniscono dietro un lampione, ma anche i copricapo che tornano sulle teste dei commensali e soprattutto il vassoio distrutto che si ricompone) per un lavoro breve e dalla buona base psicologica. L’audio originale (il film venne sonorizzato nel 1929) venne distrutto qualche anno dopo quando i nazisti conquistarono il potere (costringendo alla fuga lo stesso regista) perché ritennero l’opera artisticamente immorale. Visto ciò di cui tratta il lavoro di Richter, è ben comprensibile (ma assolutamente ingiustificato) il risentimento dei nuovi padroni della Germania, convinti a determinare invece il significato anche delle persone oltre che degli oggetti. Letto nel suo contesto storico, il film è addirittura premonitore. La traduzione letterale del titolo dovrebbe corrispondere a Gioco di cappelli, il che aiuterebbe anche nella lettura del film, inteso come sperimentazione, gioco, divertissement.   

 

 

Bucci Mario

        [email protected]