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NACH DEM FALL - Dopo il muro
Anno: 1999
Regista: Frauke Sandig; Eric Enrico Black;
Autore Recensione: Andrea Caramanna
Provenienza: Germania;
Data inserimento nel database: 11-05-2001


Nach dem fall – Dopo il muro

NACH DEM FALL
Dopo il muro

Regia: Frauke Sandig, Eric Enrico Black
Sceneggiatura: Frauke Sandig, Eric Enrico Black
Direttore della fotografia: Eric Enrico Black
Montaggio: Inge Schneider
Musiche: Janusz Stoklosa, Terry Riley, Friedrich Hollaender
Produttore: Frauke Sandig
Produzione: Umbrella Films/Berlino, in co-produzione con Sender Freies Berlin/Berlino, Saarländischer Rundfunk
Con il sostegno di: Filmboard Berlin-Brandenburg
Sottotitolazione: Goethe-Institut Inter Nationes Bonn
Festival: IDFA Amsterdam 1999, Berlino 2000, San Francisco 2000, Karlovy Vary 2000, Brisbane 2000
Vendite internazionali : Umbrella Films/Berlino

Germania 1999, 85 min., colore, sottotitoli italiani

visto al Festival del cinema tedesco Palermo Napoli Milano – Maggio 2001

I corvi volteggiano su Berlino, uno stormo gigantesco, come gli uccelli hitchcockiani, le configurazioni dei volatili in cielo diventano minacciose, sono il segno simbolico, una metafora insistente che ricorre dall'inizio all'epilogo del film. Il prima e il dopo del Muro di Berlino, sono già il tentativo di circoscrivere uno spazio tempo, che si fa fatica a descrivere e i momenti più interessanti del documentario consistono in questo girovagare della mdp negli spazi in cerca di una presenza che è stata privata della materialità dei mattoni del muro. La serie ossessiva di testimonianze cucita dai due registi passa dagli storici agli psicanalisti ai medici omeopatici, ai semplici operatori di distruzione e riciclo del muro. Quest'ultimo è qualcosa di più di un ammasso di pietre, è la "non più visibile" divisione tra due modi di pensare, che mai potranno coincidere. Le ideologie sono rimaste separate. Cosa allora è successo in quel novembre dell'89? In cosa si fonda questa celebrata unificazione del popolo tedesco? In poche battute le testimonianze definiscono una realtà che è ben lontana dagli entusiasmi della festa. L'unificazione non c'è stata, si è trattato più che altro di una colonizzazione dell'Occidente di Berlino est e della Germania orientale. Non c'è ora una coesistenza delle due parti perché il processo intendeva integrare l'oriente all'occidente senza rispettarne l'identità. È incredibile che anche i segni siano stati assimilati per essere soppressi e scomparire: l'omino del semaforo era diverso a Berlino est, sembra una stupidaggine, ma è proprio questa cancellazione dei piccoli segni che coincide con una più dolorosa eliminazione di un'identità, quella dell'ex tedesco orientale. Dopo la caduta è un film che indaga il dolore e la perdita, attraverso lo sguardo doloroso sui territori attraversati dal Muro. In questo spazio adesso anche le ultime rovine del Muro stanno scomparendo lasciando il posto a enormi edifici. E mentre qualcuno si pone il problema di considerare il Muro come monumento storico, l'impressione è che quel pezzo di storia, è diventata solo la piccola storia che si può molto sinteticamente raccontare: "c'era una volta un muro che fu edificato perché due popolazioni volevano vivere secondo modi diversi, e quindi decisero di separare i loro paesi. Poi un giorno pensarono che fosse meglio unirsi e allora abbatterono il muro". Ma la storiella banale non dice che l'abbattimento di una barriera presupponeva la risoluzione di un conflitto tra due parti e non la vittoria o la sconfitta di una o dell'altra. Vale a dire la vera storia di sempre, quella dei vincitori e dei vinti, dei forti e dei debolic