Il
cameraman. Edward
Sedgwick. 1928. USA.
Attori: Buster
Keaton, Marceline Day, Harold Goodwin, Sidney Bracy, Harry Gribbon
Durata: 69’
Titolo
originale: The
cameraman
New York. Il fotografo Buster s’innamora di una ragazza alla
quale ha scattato una foto in mezzo alla strada. La ritrova come segretaria
della M.G.M. dove per farsi assumere e far parte dell’azienda bisogna però
essere cameraman e per giunta con buone doti. Venduta allora la sua macchina
fotografica ed acquistata una sgangherata cinepresa, Buster cerca di fare
qualche servizio per farsi notare dall’editore ma quando vengono proiettate le
sue riprese il capo si mette a ridere. Sally, questo il nome della ragazza di
cui è innamorato, lo esorta a continuare ed accetta di andare in piscina con lui.
In realtà Sally però è corteggiata da un altro uomo, suo collega alla M.G.M..
Una mattina la ragazza riceve la telefonata di un suo informatore che l’avvisa
dell’inizio delle festività cinesi a Chinatown e quella passa l’informazione
solo a Buster il quale si ritrova coinvolto in una guerra a fuoco tra bande
cinesi. Salvato dall’intervento della polizia Buster consegna il girato all’editore
della M.G.M. ma si accorge di non aver caricato la pellicola. E’ cacciato
definitivamente e Sally viene sgridata perché scoperta a passare l’informazione
all’incompetente cameraman. In barca in riva al mare, Buster scopre che invece
lo chassis è stato sostituito dalla scimmia che da un po’ di tempo lo affianca
e quando salva Sally dalle acque, caduta dopo che il suo collega aveva perso il
controllo del motoscafo, la scimmia riprende il salvataggio di Buster con la
cinepresa. Il girato intero, tra la guerra a Chinatown ed il salvataggio di
Sally, viene fatto visionare all’editore della M.G.M. il quale richiama
immediatamente Buster assumendolo. Tra Sally e lui può finalmente nascere una
relazione.
Summa generale della maggior parte delle gags inventate
dall’attore Buster Keaton, il comico più amato dai surrealisti, l’unico che non
ride mai. Siamo agli albori del sonoro e la fine del cinema comico di cui Buster
Keaton era una delle punte di diamante era prossima, e forse proprio per questo
se ne sentì la necessità di raccogliere tutte le gags migliori per farne una
sorta di best of, ma anche di
testamento. Il film, conosciuto anche con il titolo Io… e la scimmia, doveva essere girato a New York ma dopo diverse
difficoltà si tornò a Los Angeles, ricostruendo la spiaggia di Coney Island a
Venice, una piccola cittadina. Oltre che a raccogliere le migliori performances
del comico, segna anche un passaggio verso il nuovo cinema, fatto di
professionisti che non sono più soltanto semplici fotografi ma veri e propri
cameraman. Anche nella resa visiva del film si possono notare degli spunti non indifferenti
come l’inquadratura di Buster attaccato al camion dei pompieri o il lungo dolly
che lo accompagna nella sua corsa lungo le scale. È una grande riflessione sul
cinema quindi, sull’immaginario (la partita di baseball mimata), e che in
alcuni momenti guarda all’espressionismo tedesco (gli uomini che saltano dal
trampolino ed il gioco delle ombre). Caratteristiche del buon cameraman allora
diventano caparbietà, prontezza e coraggio.
Discutibile il messaggio nascosto nel sottotesto, un classico happy end
che si raggiunge solo con gli sforzi di uno degli innamorati (quello che sta
peggio) e nella quasi testarda dedizione al proprio progetto, la ricerca e la
soddisfazione del proprio fine/bene. È una morale prettamente americana e
profondamente radicata nel modello di vita che in quegli anni, ad un passo
dalla crisi economica del 1929 che avrebbe portato alla Grande Depressione,
necessitava di una forte dose di coraggio ed ottimismo. La struttura della
storia, infatti, è a circolo chiuso, incomincia con una grande folla d’interessati
(operatori di ripresa, gente che festeggia, donne che sventolano bandierine) e
termina con l’oggetto dell’interesse: Buster che finalmente è entrato nella
M.G.M. La casa che lo ha prodotto è la stessa nella quale i fatti avvengono, la Metro Goldwin Mayer
e The cameraman è anche il primo film
realizzato da questa casa di produzione, nonché l’ultimo realizzato dalla
troupe che aveva accompagnato Keaton in tutti i lavori precedenti [i].
Bucci Mario
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