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Zarte Parasiten (Tender Parasites)
Anno: 2009
Regista: Christian Becker; Oliver Schwabe;
Autore Recensione: Roberto Matteucci
Provenienza: Germania;
Data inserimento nel database: 12-09-2009


Nella Germania dei nostri giorni due giovani ragazzi vivono di espedienti e lontano da tutte le comodità del nostro mondo.

Questi due ragazzi hanno piantato una tenda nel bosco, vanno a ballare e sfruttano l’igenuità di qualcuno per farsi pagare da bere.

Sembrano felici.

Hanno anche un lavoro. Sono dei moderni ‘’badanti’’. Cercano dei vecchi da poter accudire, prendersi cura di loro per poi spostarsi verso altri destinazioni.

Non sono cattivi, anzi, sono molto buoni. Non truffano i poveri vecchi, gli danno invece molta gioia e fanno il loro lavoro con passione.

Si sono creati una loro realtà. Sembra bello vivere in questo modo, loro due dentro il loro castello mentre il resto del mondo fuori con il desiderio di non unirsi mai.

Si sa però che giocare in questo modo può essere pericoloso.

Pericoloso perché ciò che loro sembrano non desiderare, una vita comoda e normale, è al loro interno che non riesce a venire fuori.

Basta un attimo che tutte le loro sicurezze vengono a meno.

Una coppia ha perso un figlio adolescente e il ragazzo ha progettato di sostituirlo a pagamento.

Non nasconde che lo fa per denaro ma sa che lo farà con tanta professionalità.

L’affetto e l’amore non sono mai prevedibili.

Entrano in questa nuova famiglia e tutto il castello crolla.

E’ un film delizioso, fatto con pochi soldi, ma con tante idee e professionalità.

I caratteri dei due ragazzi sono perfetti, così come quello di Martin, il padre.

Non possiamo vivere dentro un castello. Quando si entra in contatto con i sentimenti ci si può scottare, soprattutto se si è senza un passato o quel passato è totalmente dimenticato.

Abbiamo necessità di una casa, abbiamo necessità di avere delle fondamenta.

E’ bello essere liberi e vivere in un bosco ma l’anarchia di quel modo di essere rappresenta non una tendenza finale ma unicamente un disagio personale e sociale di tante persone.

E’ anche un film sul dolore. Una coppia ha perso il figlio unico molto giovane e non è facile sopravivvere ai figli.

Il dolore è immenso, non si hanno molte possibilità di scelta, si diventa anche molto deboli e fragili.

Queste due coppie sono entrambe delle vittime del dolore ed il loro incontro diventa unicamente una scappatoia ed una speranza per entrambe.

Forse non c’era posto per tutti, forse dobbiamo scegliere come vivere, oppure molto peggio, non possiamo farlo e non riusciamo così a superare il dolore.

Un figlio non si sostituisce come un giocatore di calcio però si può amare ancora.